Circolare francese sull’atteggiamento tedesco del 1859

Circolare del Conte Walewski sull’atteggiamento della Confederazione Germanica per la guerra d’Italia

Parigi, 20 giugno 1859.
Signore – Voi conoscete la circolare indirizzata dal Gabinetto Russo a ‘ suoi agenti in Germania, e voi avrete apprezzato tutta la giustezza delle vedute ch’esso vi sottomette con tanta oppor tunità alla riflessione dei Governi confederati. Non si potrebbe definir meglio la posizione rispettiva delle Potenze nella qui stione d’Italia, ed esprimere un più verace giudizio sulla situa zione generale. Il Governo Russo rende piena giustizia alla sin cerità delle assicurazioni, da noi date alla Germania fin dal prin cipio della guerra, ed egli vi scorge a buon dritto motivi sufficienti per la Confederazione di considerare con piena fiducia gli svolgimenti della lotta che noi sosteniamo in Italia.
Non è punto mia intenzione di riparlare di un’esposizione, di cui, del resto, voi avete compreso agevolmente le conclusioni.
Tuttavia io addito alla vostra attenzione particolare in quel do cumento le considerazioni che si collegano più specialmente ai rapporti della Confederazione Germanica nella quistione pendente.
Secondo l’opinione del Governo Russo, non solo non c’è motivo per la Germania d’intervenire perché non sono in questione nė i suoi interessi, ne i suoi diritti; ma, immischiandosi nel conflitto, essa uscirebbe dall’ufficio che i trattati le assegnarono. Non solo, nel presente stato di cose, non potrebbe arguire la necessità di proteggere l’equilibrio europeo, che non è minacciato, ma essa medesima lo porrebbe a repentaglio, se pretendesse stabilire che ella sia necessariamente parte interessata in una guerra suscitata dall’Austria come Potenza europea, e che l’azione del Corpo federale, considerato come tale, debba esercitarsi fuori dei limiti della Confederazione. Simile dottrina tenderebbe in effetto a niente meno che all’incorporazione di fatto delle Pro vincie non Tedesche dell’Austria al territorio federale; ed a que sto titolo essa sarebbe altrettanto opposta agl’interessi medesimi degli altri Stati Tedeschi, che allo spirito dei trattati europei, che consacrarono le condizioni della loro esistenza.
Gli organi dell’Austria obbiettano, lo sappiamo, che il possesso del Regno Lombardo -Veneto nelle sue mani sarebbe ne cessario per la sicurezza delle frontiere federali; ma senz’en trare in alcuna controversia in tale riguardo, posso appellar mi agli atti ufficiali della Dieta stessa, nella circostanza più decisiva.
Allorchè quell’Assemblea ebbe ad occuparsi dell’organamento militare della Confederazione Germanica, i membri dell’Associa zione, che hanno possedimenti tedeschi, furono chiamati a far conoscere per nome quelle delle loro Provincie, per le quali essi intendevano partecipare agli aggravii ed agli obblighi co muni. Come ne fa fede il processo verbale delle deliberazioni, in data del 6 aprile 1818, l’Austria, dopo aver enumerato i suoi territorii tedeschi, parlo di quelli d’Italia, e dichiarò in termini positivi che non entrava punto nelle sue vedute di estendere al di là delle Alpi la linea di difesa della Confederazione. Si tratlava, ripetiamo, di stabilire le basi del sistema militare ger manico. La discussione aveva assunto in quel momento stesso tutta l’importanza, che conveniva ad un soggetto legato tanto strettamente agl’interessi più essenziali della Germania. Non si alzò alcuna voce per pretendere che il Regno Lombardo -Ve neto, nè il Po, nè alcuno de’ suoi affluenti, nè l’Adige stesso fossero necessari alla sicurezza della Confederazione, e fu alle Alpi che, secondo la proposta dell’Austria, la Dieta convende stabilire la frontiera e la linea di difesa della Germania.
Io non insisterò più oltre sopra un fatto, che risponde con tanta autorità ad ogni obbiezione, e contro il quale non potrebbe prevalere una tesi fondata su falsi giudizii e suscitata unica mente pel bisogno delle circostanze.
I nuovi provvedimenti militari, che furono adottati in Prussia, non c’ispirano alcun’inquietudine in tal riguardo. Il Go verno prussiano mobilitando una parte importante del suo eser cito, dichiara non aver altro oggetto fuor quello di proteggere la sicurezza della Germania e di porsi in grado d’esercitare un giusto influsso sui componimenti ulteriori, d’accordo colle altre due grandi Potenze. In questo noi non possiamo trovarci in dissenso col Gabinetto di Berlino. Il Governo dell’ Imperatore, il quale avrebbe desiderato che la vertenza d’Italia fosse discussa in Congresso, ben lungi dal ricusare che tutte le Potenze coo perino con lui ad assicurare l’ordinamento, farebbe appello, al bisogno, egli stesso alla loro partecipazione nel momento opportuno.
La circolare del Governo Russo indica abbastanza altamente in qual senso la sua azione non mancherà d’esercitarsi, allor chè sarà venuta l’ora. Come ricorda quel documento, e come io stesso vi aveva fatto sapere, il Governo Inglese, al principio delle ostilità, aveva tenuto già dal canto suo il miglior linguage gio ai Governi Tedeschi, sforzandosi di distoglierli dal pensiero di far causa comune coll’Austria contro di noi. Senza conoscere ancora ufficialmente le disposizioni de ‘ puovi ministri di S. M. Britannica, noi siamo condotti a trarre dai loro discorsi nella discussione, che li condusse al potere, le conclusioni più favorevoli all’indipendenza d’Italia, e noi vi riscontriamo la ferma persuasione che i voti del Governo Inglese, del pari che l’appoggio della sua influenza, sono assicurati a favore della soluzione, a cui tendiamo noi stessi.
Gradite, o Signore ecc. ecc.
Sott. WALEWSKI.

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