Dichiarazione finale del congresso di Laybach

Dichiarazione pubblicata a nome delle corti d’Austria, di Prussia e di Russia al tempo della chiusura del congresso di Laybach il 12 maggio 1821.

Categoria: Risorgimento

L’Europa conosce i motivi della risoluzione presa dai sovrani alleati di soffocare le cospirazioni e di far cessare i torbidi che minacciano l’esistenza di questa pace generale, il cui ristabilimento costò tanti sforzi e tanti sacrifici. Nel momento istesso in cui la generosa loro determinazione aveva effetto nel regno di Napoli una ribellione d’un genere più odioso ancora, se ciò fosse possibile, scoppiò in Piemonte. Né i legami che da tanti secoli uniscono la regnante casa di Savoia al suo popolo, né i benefizi d’una buona amministrazione sotto un principe saggio e sotto leggi paterne, né la striste prospettiva dei mali ai quali la patria andava ad esporsi han potuto rattenere i disegni de’ perversi. Il piano d’una sovversione generale era tracciato. In questa vasta combinazione contro il riposo delle nazioni, i cospiratori del Piemonte avevano la lor parte assegnata. Essi si affrettarono di adempierla. Il trono e lo stato furono traditi, i giuramenti violati, l’onor militare sconosciuto e l’oblio di tutti i doveri condusse ben tosto il flagello di tutti i disordini. Dappertutto il male presentò lo stesso carattere, un medesimo spirito dirigeva dappertutto queste funeste rivoluzioni. Non potendo trovare un motivo plausibile per giustificarle nè l’appoggio nazionale per sostenerle, gli autori di questi scompigli ne cercano un’apologia nelle false dottrine e sopra colpevoli associazioni fondano una più colpevole speranza. Per essi il salutare comando delle leggi è un giogo che bisogna rompere. Essi rinunciano ai sentimenti che inspira il vero amore di patria ed anteponendo ai doveri conosciuti, gli arbitrari od indefiniti pretesti d’un cangiamento universale nei principi costitutivi della società preparano al mondo calamità senza fine. I sovrani alleati avevano conosciuto i pericoli di quelle cospirazioni in tutta la loro estensione, ma nel medesimo tempo non era ad essi fuggita la reale debolezza dei cospiratori malgrado le esperienze e le dichiarazioni. L’esperienza ha confermato i presentimenti. La resistenza incontrata dalla legittima autorità fu nulla e il delitto disparve innanzi la spada della giustizia. Non è già a cause accidentali, non è neppure agli uomini che fecero sì cattiva prova nel giorno del combattimento che hassi ad attribuire la facilità d’un tanto successo. Questo è l’effetto d’un principio più consolante e più degno di considerazione. La Provvidenza ha colpito coscienze così colpevoli e la di sapprovazione dei popoli la cui sorte era stata dai perturba tori compromessa, lor fece cadere di mano le armi. Unicamente destinate a combattere ed a reprimere la ribellione, le forze alleate, lungi dal sostenere alcun interesse esclusivo, vennero in soccorso dei popoli soggiogati ed i popoli ne considerarono l’impiego come un’appoggio in favore della loro libertà e non come un assalto contro la loro indipendenza. Da quell’istante la guerra cessò; d’allora gli stati attaccati dalla rivolta non furono più che gli stati amici delle potenze le quali non aveano giammai che desiderato la loro tranquillità ed il loro benessere. Fra queste gravi congiunture e in una posizione cotanto delicata, i sovrani alleati d’accordo colle LL. MM. il re delle Due Sicilie ed il re di Sardegna han giudicato indispensabile di prendere quelle misure temporarie di precauzione indicate dalla prudenza e prescritte dalla comune salvezza. Le truppe alleate la cui presenza era necessaria al ristabilimento dell’ordine furono poste sui punti convenienti nell’unico intento di proteggere il libero esercizio della legittima autorità, di aiutare a preparare sotto quest’egida i benefizi che debbono cancellare la traccia di sì grandi sventure. La giustizia e il disinteresse che presiedettero alla deliberazione de’ monarchi alleati regoleranno sempre la loro politica. In avvenire come pel passato essa avrà sempre di mira la conservazione dell’indipendenza e dei diritti d’ogni stato, quali furono riconosciuti e definiti dai trattati esistenti. Lo stesso risultato d’un pericoloso movimento sarà ancora sotto gli auspici della Provvidenza il consolidamento della pace che i nemici de’ popoli si sforzano di distruggere, e lo stabilimento di un ordine di cose che assicurerà alle nazioni il loro riposo e la loro prosperità. Penetrati di questi sentimenti i sovrani alleati fissando un termine alle conferenze di Laybach, hanno voluto annunciare al mondo i principi che li hanno guidati. Essi sono decisi di non mai scostarsene, e tutti gli amici del bene vedranno e troveranno costantemente nella loro unione una sicura guarentigia contro i tentativi de’ perturbatori. È a tal fine che le Loro Maestà Imperiali e Reali hanno ordinato a loro plenipotenziarii di firmare e pubblicare la presente dichiarazione.

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