Dispaccio di Cavour per lo scioglimento delle Milizie in Umbria

Dispaccio del Conte di Cavour al Cardinale Antonelli per la dissoluzione delle Milizie forestiere, prima dell’ingresso dell’Esercito Sardo nell’Umbria e nelle Marche

Torino, li 7 Settembre 1860.
EMINENZA,
Il Governo di S. M. il Re di Sardegna non potè vedere senza grave rammarico la formazione e l’esistenza dei colpi di truppe mercenarie straniere al servizio del governo pontificio. L’ordinamento di siffatti corpi non formati, ad esempio di tutti i governi civili, di cittadini del paese, ma di gente di ogni lingua, nazione e religione, offende profondamente la coscienza pubblica dell’Italia e dell’Europa. L’indisciplina inerente a tale genere di truppe, l’improvvida condotta dei loro capi, le minaccie provocatrici di cui fanno pompa nei loro proclami, suscitano e mantengono un fermento oltremodo pericoloso. Vive pur sempre negli abitanti delle Marche e dell’Umbria la memoria dolorosa delle stragi e del saccheggio di Perugia. Questa condizione di cose già da per sè stessa funesta, lo divenne di più dopo i fatti che accaddero nella Sicilia e nel reame di Napoli. La presenza dei corpi stranieri che ingiuria il sentimento nazionale ed impedisce la manifestazione de’ voti dei popoli, produrrà immancabilmente la estensione dei rivolgimenti alle provincie vicine.
Gli intimi rapporti che uniscono gli abitanti delle Marche e dell’Umbria con quelli delle provincie annesse agli Stati del Re, e le ragioni dell’ordine e della sicurezza dei propri Stati impongono al Governo di Sua Maestà di porre per quanto sta in lui immediato riparo a questi mali. La coscienza del Re Vittorio Emanuele non gli permette di rimanersi testimonio impassibile delle sanguinose repressioni con cui le armi dei mercenari stranieri soffocherebbero nel sangue italiano ogni manifestazione di sentimento nazionale. Niun Governo ha diritto di abbando nare all’arbitrio di una schiera di soldati di ventura gli averi, l’onore, la vita degli abitanti di un paese civile.
Per questi motivi, dopo aver chiesti gli ordini di S. M. il Re mio augusto sovrano, ho l’onore di significare a Vostra Eminenza che le truppe del Re hanno incarico d’impedire in nome dei diritti dell’umanità che i corpi mercenari pontifici reprimano colla violenza l’espressione dei sentimenti delle popolazioni delle Marche e dell’Umbria.
Ho inoltre l’onore d’invitare Vostra Eminenza per i motivi sovraespressi a dare l’ordine immediato di disarmare e disciogliere quei corpi la cui esistenza è una minaccia continua alla tranquillità d’Ilalia.
Nella fiducia che Vostra Eminenza vorrà comunicarmi tosto le disposizioni date dal Governo di Sua Santità in proposito, ho l’onore di rinnovarle gli atti dell’alta mia considerazione.
Di Vostra Eminenza
Firmato C. CAVOUR.

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