Documento per l’unità delle forze antifasciste

Documento della direzione del PSI sull’unità d’azione di tutta la sinistra contro il fascismo del 1927

Al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani.
Al Partito Repubblicano Italiano.
Ai Gruppi Anarchici Italiani.
Dai centri di lavoro e dalle galere, dai domicili coatti come dai luoghi di emigrazione, quotidianamente giungono al nostro partito le invocazioni più accorate all’unità di intenti e di azione dei partiti proletari italiani contro la dittatura fascista. Il proletariato intuisce che il periodo delle sue sconfitte tramonterà il giorno in cui cesseranno le disastrose risse intestine fra i partiti che derivano da esso la dottrina e la forza. Credete voi, compagni del PCDI, del PSDI, del PRI e dei GAI, di poter continuare nell’azione di critica esclusivamente negativa al regime fascista, di sottile differenziazione teorica, tra di noi, di iniziative particolaristiche e discorsi? Ritenete veramente con la perseveranza in questi sistemi di assolvere ai fini che sono la ragione di esistenza e di sviluppo dei rispettivi organismi di partito e di degnamente corrispondere alla aspettativa fiduciosa che i lavoratori d’Italia ripongono in noi? Il Partito socialista italiano pensa che la continuazione in questo indirizzo sia un tradimento verso noi stessi e verso le masse che ci seguono. Esso ritiene giunto il momento in cui i partiti debbono compiere un gesto che segni l’inizio di una nuova era di attività e di lotta, destinato ad unificare le forze della battaglia e quindi a ridestare le energie delle masse italiane disorientate e depresse. Non è difficile la ricerca di una base comune di programma e di azione. Essa balza spontanea ed evidente dall’esame della situazione italiana e dalla visione degli ideali e degli interessi della classe lavoratrice. Alla dittatura fascista, espressione politica della più spietata dominazione capitalistica, opporre il programma della repubblica socialista sotto il controllo delle libere organizzazioni proletarie italiane, per l’avviamento all’opera di completa redenzione morale ed economica delle classi lavoratrici e del paese tutto intiero. Su questa base comune che è al fondo delle nostre dottrine, tutta una serie di iniziative immediate ed urgenti può avere sviluppo. Dalla creazione di una unica grande opera di soccorso in favore delle vittime del terrore fascista, al perseverante lavoro presso le Internazionali politiche e sindacali per un’azione di boicottaggio del regime dittatoriale italiano, fino al completo raggiungimento della meta propostaci, tutto un lungo cammino gli aggruppamenti politici del proletariato italiano possono e debbono compiere insieme. Alla sola condizione che, deposti gli esclusivismi, i rancori, le meschine abilità del passato, essi sappiano e vogliano portare nella comune battaglia un’anima nuova di fraternità e di stima reciproca ardente solo del desiderio della lotta e della vittoria. Il Partito socialista italiano attende da voi questa risposta che gli operai ed i contadini d’Italia invocano e sperano.

La Direzione del P.S.I.

L’appello che la Direzione del nostro Partito lancia ai partiti proletari d’Italia, non è una delle solite proposte di fronte unico, né ha per iscopo di far rivivere un Aventino sia pure allargato. Tuttociò appartiene ad un passato di delusioni, di incomprensioni, di discordie, che, per carità di classe, deve essere dimenticato.
L’appello chiama i partiti a farsi una nuova anima per la lotta: anima di fraternità, di rispetto e di confidenza reciproca senza di che è inutile venire incontro alla iniziativa che noi porgiamo.
Partiti che derivano da scuole filosofiche e dottrine diverse, ma che sono espressione delle aspirazioni e degli interessi di una stessa classe e che hanno per obiettivo comune l’emancipazione del proletariato dalla schiavitù del salario, non debbono trovare ostacoli, per la formulazione di un programma di realizzazioni e di lotta.
I partiti della borghesia italiana, non hanno esitato a superare le proprie divergenze e divisioni per unirsi e fondersi in un unico strumento di lotta prima, di dominazione, poi: il fascismo. I partiti del proletariato debbono saper fare altrettanto. La Direzione del P.S.I., non chiede ai partiti di fondersi e di scomparire; essi anzi debbono vivere e conservarsi con tutto il proprio bagaglio di dottrine e di metodi per l’avvenire. Ma essi debbono unirsi in un programma comune di azione e di intenti nella battaglia che urge e che i lavoratori italiani invocano e aspettano.
La piattaforma programmatica che la Direzione del P.S.I. suggerisce come terreno d’intesa e d’azione comune è la “Repubblica socialista sotto il controllo delle libere organizzazioni proletarie italiane”.
L’antitesi perfetta, cioè del regime fascista. alla dittatura del capitalismo opporre il principio del regime proletario.
La parola “repubblica” nuda e cruda vuol dire nulla e peggio di nulla. C’è la repubblica di Francia, come quella dei miliardari d’America; c’è la repubblica di Pilsudsky in Polonia, come domani potrebbe esserci quella… di Mussolini in Italia. La repubblica che noi vogliamo è il “regime politico dei proletari delle officine, dei campi e degli uffici del nostro paese, ausilio e strumento per la loro emancipazione economica”.
Su questa base programmatica, i partiti proletari intraprenderanno l’azione rivoluzionaria di classe che li condurrà alla vittoria ed alla liberazione del popolo italiano.

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