Documento socialista di critica del congresso di Bari

Documento approvato dalla direzione del PSIUP nel 1944 di critica delle conclusione del congresso antifascista di Bari

Categoria: Socialisti

Deliberazione della Direzione del Partito Socialista sul Congresso di Bari
La Direzione del Partito Socialista Italiano, radunatasi il 9 febbraio, ha votato all’unanimità il seguente ordine del giorno:
In merito al Congresso antifascista di Bari, la Direzione del Partito Socialista si rammarica che la proposta formulata dai partiti socialista, comunista e d’azione, perché il congresso risiedesse in permanenza e procedesse alla incriminazione di Vittorio Emanuele, non sia stata approvata eludendo così ogni concreta piattaforma i azione contro il regime e gli uomini del 25 luglio.
Sull’ordine del giorno approvato dal Congresso, la Direzione del Partito Socialista constata, che al richiesta dell’abdicazione de re e della formazione di un governo straordinario, espressione dei partiti antifascisti, lascia sussistere l’equivoco di una possibile collaborazione dei partiti antifascisti con una eventuale reggenza.
A questo proposito la Direzione del Partito Socialista riafferma la impossibilità morale e politica di una tale collaborazione, la monarchia essendo responsabile alla stessa stregua del fascismo dei venti anni di dittatura mussoliniana, della dichiarazione di guerra alle nazioni unite e della rovina della nazione. Essa si richiama agli o.d.g. del Comitato di Liberazione Nazionale in data 16 ottobre e 16 novembre riaffermanti nel messaggio al congresso di Bari, che hanno esplicitamente rivendicato per il governo straordinario antifascista tutti i poteri costituzionali dello Stato. E poiché questi ordini del giorno sono stati oggetto da parte di liberali e di democratici-cristiani di interpretazioni restrittive, precisa che nella lettera nello spirito e negli accordi complementari che ne hanno definito la portata politica, essi significano rivendicazione per il governo straordinario antifascista dei poteri del Parlamento e della Corona, e quindi accantonamento della monarchia, come da parte loro i partiti di sinistra hanno riconosciuto la necessità di accantonare la proclamazione della Repubblica fino alal liberazione del paese, l’Assemblea Costituente non potendo convocarsi e non potendo deliberare in piena libertà finché duri l’occupazione della nazione. come nel suo ordine del giorno del 15 ottobre, la Direzione pertanto condizione l’adesione del Partito Socialista al Comitato di Liberazione Nazionale alla integrale applicazione di questa politica.
La Direzione del Partito Socialista fa appello alla vigilanza e all’azione delle masse popolari, perché sia sventato il tentativo delle forze reazionarie in agguato di ricostruire lo Stato monarchico borghese militarista e poliziesco per sbarrare la via alle rivendicazioni politiche e sociali del popolo e per tenere la futura Assemblea Costituente sotto la minaccia di baionette pretoriane. La lotta in corso è lotta per la indipendenza per la repubblica per il socialismo, ma la indipendenza non può essere conseguita contro l’invasore hitleriano, e i futuri sviluppi politici e sociali della rivoluzione popolare non possono esse assicurati, che alla condizione che sia fin d’ora inesorabilmente stroncato ogni conato reazionario dei nemici di dentro raggruppati attorno ai fasci o attorno alla monarchia.
La Direzione del Partito Socialista invia alla Confederazione Generale del Lavoro, ricostituita a Bari in un solenne congresso di liberi delegati operai, il suo saluto. Essa invita i compagni socialisti ad essere in prima fila nella riorganizzazione delle Leghe, delle Camere del Lavoro, dei Consigli, strumenti delle battaglie per la emancipazione totale della classe lavoratrice.

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