Manifesto affisso a Bologna il 29 novembre 1831

Un legale di Bologna ai suoi compagni

Quando con volere concorde noi determinammo non doversi accettare le riforme giudiziarie che Roma ne mandava, e con energiche e in un rispettose parole manifestammo al Pro-Legato la nostra risoluzione, e ne invocammo provvedimento, noi ci coprimmo di gloria e le Romagne seguirono il nostro esempio.
Ma quando le tergiversazioni del Governo fecer sì che ad altro giorno si rimettesse la sua decisione fu agevole ad ognuno avvedersi, sperare esso dal tempo e dalle arti, occultamente adoperate, sostegno ed appoggio contro di noi. È quindi dell’onor nostro il resistere. Niuna transazione con Roma. Noi ci opponemmo alle sue riforme non solo perché ci apparirono in parte peggiori in parte inique, in pochissime cose migliori, ma più presto perché le ravvisammo transitorie, parziali, ed ingannevoli nel senso che, accettate, potevano servire a lei di fondamento a proclamare, essersi essa occupata del ramo giudiziario tanto importante, ed esserne i popoli rimasti contenti. Si rimonti sempre al principio che ogni riforma deve essere radicale, universale, garantita, e che in qualunque altro modo si presenti non sarà mai che una insidia per separarci di desiderij, di interessi, e di opinioni. Siamo coerenti a noi stessi.
Quando avremo Rappresentanze elette dal popolo, centralizzate, permanenti, le di cui viste abbraccino l’universale vantaggio, ad esse, od a Commissioni tratte dal loro seno, o da loro scelte apparterrà la proposta di un codice di leggi civili e criminali, e a loro la compilazione della procedura relativa, la quale, anziché essere l’oggetto primo della riforma, non può che essere un corollario, una conseguenza della legislazione, ovvero del Corpo del diritto.
Non sarebbe cittadino chi proponesse doverci noi applicare del semplice vantaggio o nostro o delle sole quattro provincie. Noi sudditi di uno stesso Sovrano, noi siamo tutti fratelli. Noi cui è dato parlare, dobbiam parlare per tutti queli [sic] ai quali è vietato: lo dobbiamo pel nostro stesso interesse, giacché ogni riforma particolare non può che essere passaggiera. Si resista quindi con fermezza a qualunque consiglio, a qualunque insinuazione che sapesse di transazione. Sia la nostra costante divisa
= NIUNA RIFORMA DI ROMA CHE NON SIA RADICALE, UNIFORME, GARANTITA

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