Manifesto della Direzione del PSI nel giorno della mobilitazione

Manifesto approvato della Direzione del PSI nel giorno della mobilitazione il 22 maggio 1915 contro la mobilitazione per la guerra

Categoria: Socialisti

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
Proletari d’Italia!
L’intervento della nazione italiana nell’immane conflitto internazionale è deciso.
La guerra si inizia con un’opera violenta di soppressione di ogni libertà.
Tutto un ambiente di irritazione, di esasperazione e di prepotenza si è andato man mano creando.
La guerra è l’opera di questo stato morboso contro i veri interessi nazionali, e contro i voti e le aspirazioni della massa proletaria.
Lavoratori italiani!
Il partito socialista, che è stato sempre l’interprete sincero di questa massa proletaria, deve riaffermare in questo tragico momento con maggiore decisione le alte ragioni ideali che dal primo giorno della conflagrazione hanno ispirata e diretta la sua azione.
Durante dieci mesi questo Partito ha affrontato, da solo, l’azione fatta di inganno e di violenza dei partigiani della guerra. In migliaia di comizi, di conferenze, di agitazioni continue, per l’opera delle sue sezioni unanimi, per l’attività della sua Direzione e del proprio Gruppo Parlamentare; mediante l’intesa colle associazioni economiche, a dispetto della contraria congiura della stampa e della ostilità decisa dei governanti, esso restò fra mezzo al popolo a segnare sempre più profonda la demarcazione fra la politica internazionale del proletariato perla fratellanza e la solidarietà fra i popoli, e quella delle classi dirigenti di tutti i paesi, cospiranti a perpetuare fra gli uomini le ire e gli odi di nazionalità.
Il Partito Socialista Italiano ha avuto proteste e sdegni per tutte le infamie che in questa immane guerra si sono compiute ai danni dei deboli. Ha dolorato insieme agli oppressi. Ha levato il fervido augurio che una pace equa ritorni ai liberi focolari gli esuli delle patrie infrante, risparmi nuovi lutti e nuove angoscie. Ma si è rifiutato di vedere in questa immensa conflagrazione un insanabile, fatale conflitto di nazionalità, un inevitabile scontro di genti diverse che una civiltà superiore non possa affratellare.
Esso ha considerato la presente disastrosa situazione internazionale come dovuta alle competizioni capitalistiche ed affaristiche dei vari stati borghesi, non illuminate da alcun raggio di idealità.
Lavoratori!
Il Partito Socialista Italiano si rifiuta quindi di dare in qualsiasi modo la propria adesione alla guerra, pienamente persuaso che l’Italia avrebbe potuto e dovuto servire veramente alla causa della pace facendosi equa e disinteressata mediatrice fra le potenze in lotta. Non il patteggiamento mercantile delle varie frazioni borghesi auguravano e volevano i socialisti, ma una azione di disinteressato, altruistico intervento morale che valesse a levare in alto fra le genti il nome italiano, ridonando all’Europa travagliata la pace.
Ma poiché la sua voce non è stata intesa e la sua protesta venne spenta, il Partito Socialista Italiano separa anche oggi la propria responsabilità da quella delle classi dirigenti.
Gli avversari nostri, i nemici del proletariato, potranno dire di averci travolti e vinti, ma non di averci costretti ad accogliere le loro ingannevoli ideologie, di averci indotti a collaborare in verun modo nell’opera di sangue che hanno intrapresa.
Il nostro compito non finito.
Mentre essi daranno ire e rancori alla guerra, noi presteremo le fedi e gli entusiasmi a preparare la pace, riannodando le fila, stringendoci attorno alle istituzioni nostre, che la follia guerresca avrà risparmiate, vegliando a serbare le posizioni conquistate, provvedendo in prima linea – soldati di civiltà – con tutte le forze nostre a rendere meno tristi le conseguenze del tremendo conflitto.
Proletari italiani!
Se il radioso sogno di realizzare l’unità delle nazioni attraverso l’ Internazionale operaia, senza sacrificio di vite e di sostanze, svanisce in quest’ora terribile di stragi e di lutti; se oggi, mentre parla il cannone, è soffocata la voce del diritto e ogni ragione ed ogni senso di umanità si ottenebra e si spegne, noi non disperiamo per questo.
Passerà questa guerra, terribile propagatrice di odio contro il sistema che l’ha permessa e voluta.
Torneranno ai campi insanguinati i figli del lavoro, che la morte avrà risparmiati, con negli occhi e nell’animo la visione orrenda di tante barbarie compiute. E le conseguenze morali, politiche ed economiche di questo flagello in tutti i paesi – nei vinti come nei vincitori – saranno nuovo e più forte incentivo alla lotta di classe.
Per quei giorni noi prepareremo gli animi.
Il proletariato socialista non disarma, attende.
Abbasso la guerra!
Viva il Socialismo!
Viva Il’ Internazionale!

LA DIREZIONE DEL PARTITO.
Roma, 22 Maggio 1915.

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