Proclama del Governatore Sardo ai parmensi

Proclama del Governatore Sardo nel suo ritiro dagli Stati Parmensi

8 agosto. 1859.
POPOLI DI PARMA E DI PIACENZA
Le innumerevoli e solenni prove da voi fornite di volere a prezzo di qualunque sacrificio essere per sempre associati ai destini di quello Stato Italiano che rappresenta i grandi principii dell’Indipendenza nazionale e della libertà, il silenzio serbato nei preliminari di pace di Villafranca sulle sorti di queste Provincie, e sopratutto le assicurazioni che io ebbi da un il lustre Ministro, il quale a sua volta poteva e doveva credersi autorizzato a darle, non mi lasciavano alcun dubbio che i vostri desiderii non fossero irremovibilmente adempiuti, ed io vene dava con somma gioia il faustissimo annunzio.
Pur non di meno tutte le vostre proteste ed i fatti più eloquenti non hanno ancora abbastanza persuaso qualche Potenza della sincerità ed universalità dei vostri voti e della incrollabile fermezza dei propositi vostri.
E dell’interesse e dell’onore di queste nobili e valorose Provincie, è dell’interesse e dell’onore d’Italia, che i vostri immutabili divisamenti si spieghino ancora una volta senza che alcun pretesto possa mettersi in campo da chicchessia sulla libera manifestazione della volontà del Popolo, unica, legittima fonte d’ogni potere civile.
Ed è per rendere nuovo omaggio a questo grande principio, per allontanare ogni sospetto di pressione o d’influenza e disarmare la vigile insistente calunnia, che il Governo del Re nella sua lealtà mi ritira quel manda to di cui mi rese tanto facile l’esercizio il vostro immenso amor patrio, la vostra ammirabile saggezza, l’ordine perfetto costantemente da voi mantenuto.
Non potendo rassegnare all’istante questi poteri nelle mani del Popolo, che solo ha diritto a riprenderli, io, ritirandomi con le Autorità Piemontesi, li confido a persona che per ogni rispetto gode meritamente la vostra piena fiducia; a persona che venera al pari di me la sovranità popolare, che governerà in nome del Popolo, e provvederà perché esso possa libera mente, sinceramente ed in modo inappellabile manifestare il suo volere a tutta Europa.
Intorno a questo Capo provvisorio, che unico io scelsi perché i tempi difficili richieggono unità di direzione e d’impulso; intorno a questo animoso e illuminato patriota, l’avvocato Giuseppe Manfredi, vostro concittadino, stringetevi tutti, ponendo in cima ai vostri pensieri gl’interessi di queste forti Provincie, gl’interessi d’Italia che ansiosamente sopra di voi tiene fisso lo sguardo.
Come concordi siete nel fine, siate pure nei mezzi; rimanete calmi in queste ardue ed ultime prove; confidate nella vostra buona causa e nei veri principii di diritto pubblico proclamati e sostenuti dal potente Imperatore dei Francesi che a difendere le ragioni d’Italia guidò generosamente le invitte sue falangi. Con un contegno ammirabile per virtù, per senno e per costanza, costringete anche i nostri nemici a chinarsi dinanzi alla volontà indomabile di un popolo che ha giurato di voler risorgere e che a forza di sacrifizi ha acquistato il diritto di far suonare altamente la sua voce nei Consessi d’Europa.
POPOLI DI PARMA E DI PIACENZA!
Nell’indirizzarvi questi consigli, che il fratello sente bisogno di dare al fratello nei più solenni momenti della vita, io vi ringrazio con tutto l’animo del benevolo e costante appoggio di cui mi foste larghi nell’adempimento del grave mio compito. Ve ne ringrazio anche a nome di quel Re tanto amato da voi e che di pari affetto vi ama, di quel lealissimo Re che per bocca mia vi promette di adoperarsi con ogni potere affinché il vostro Voto, qualunque pur fosse, venga sanzionato dalle grandi Potenze Europee; e confortato da tali speranze, grido ancora una volta con voi: – Viva l’Italia, l’Indipendenza, la Libertà!

Viva Vittorio Emanuele II!
Parma, 8 agosto 1859.

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