Proclama del governo toscano del 1859

Proclama del governo toscano del 1859 per la guerra all’Austria

TOSCANI!
Gli Austriaci hanno passato il Ticino. L’Esercito Italiano guidato dal Re Vittorio Emanuele sta a fronte del nemico d’Italia, e forse a quest’ora è cominciata la prima battaglia. Le Schiere Francesi alleate alla nostra impresa sboccano numerose dalle chiuse delle Alpi, e dalle rive della Liguria si avanzano verso i campi illustrati da tante vittorie.
Il Governo Provvisorio in questo solenne momento si rivolge con fiducia al Popolo Toscano, chiedendogli in nome della patria di mantenere quella disciplina, che è condizione essenziale alla libera azione della nuova autorità costituita moderatrice del nuovo ordine di cose.
Fra breve il supremo duce della guerra nazionale farà sapere la parte che deve prendervi la
Toscana; la quale già per le cure del governo si apparecchia con ogni maggiore sollecitudine a mostrarsi pari all’impegno assunto in faccia all’intiera nazione. Le milizie sono già partite per cominciare la dura vita dei campi, i volontari si coscrivono e si addestrano, i fornimenti di guerra si apparecchiano.
Facciamo in giorni quello che doveva essere opera di mesi e d’anni.
Toscani ! Prendiamo esempio dai Piemontesi, i quali fidenti nel Re guerriero e nel suo governo, fin le pubbliche libertà vollero sospese per non turbare la concordia indispensabile ad un’azione forte e risoluta. Anco quei desiderii che sarebbero legittimi in tempi normali, sono oggi al cominciare della guerra non solo intempestivi, ma riprovevoli.
Concordia e coraggio ! Facciamo alla fine un fascio di tante forze divise e disordinate, e l’Italia abbia una sola voce e un braccio solo. Non sia indarno l’esperienza del passato, e i grandi fatti che si avvicinano trovino un popolo commosso per la solenne espettazione, ma tranquillo e pieno di fede nei destini della patria e in coloro che conducono l’impresa sospirata dell’indipendenza italiana.
Firenze, li 30 Aprile 1859.


Cav. UBALDINO PERUZZI
Avv. VINCENZO MALENCHINI
Mag. ALESSANDRO DANZINI.

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