Programma del comitato operaio di Bologna

Programma per le elezioni pubblicato sul giornale “L’Amico del Popolo” del 14-15 settembre 1889 dal comitato operaio bolognese

1. In ogni vertenza che potesse insorgere fra mano d’opera e capitale il Comune, d’accordo coll’associazione dell’arte o del mestiere in causa, dovrà intervenire per tutelare gl’interessi degli operai.
Il Comune dovrà ancora sorvegliare che i capitolati stabiliti fra associazioni operaie e intraprenditori o industriali, siano rigorosamente osservati da ambo le parti.
2. Abolizione del Dazio Consumo, e di ogni altra tassa sui generi di prima necessità.
3. I lavori comunali e delle amministrazioni dipendenti dal Comune, di qualunque genere o specie, come pure i servizi pubblici, il Comune dovrà affidarli a Società Cooperative di operai manuali costituite o da costituirsi, fornendole di ogni appoggio di ordine morale ed economico. Dovrà inoltre incoraggiare l’istituzione di Società cooperative di consumo.
4. Abolizione di tutte le spese infruttifere e di lusso, come pure quelle per ricevimenti ufficiali, banchetti, sovvenzioni per teatri, monumenti ecc.
5. Nelle amministrazioni delle Opere Pie il Comune dovrà introdurvi la rappresentanza di ogni associazione operaia, per sottrarle in tal modo alle influenze religiose e politiche sempre di favoritismo, rendendole così a totale beneficio dei bisognosi.
6. Il Comune dovrà immediatamente procedere alla costruzione di case per gli operai, poscia stanziarle nel bilancio di ogni anno una data somma per costruirne in ogni quartiere della città, e queste oltre di essere una fonte di rendite comunali, serviranno ancora a stabilire la media dei fitti.
7. Il Comune dovrà provvedere al completo mantenimento dei figli e delle figlie degli operai salariati alle scuole elementari, parimenti alle tecniche per quelli che lo volessero e questo perché non suoni vana ironia l’istruzione obbligatoria.
8. Il Comune dovrà procurare alla cittadinanza parecchie comodità, suggerite necessarie dalla vita civile, pubblica e moderna, come ad esempio di un vasto locale che servir possa al diritto di riunione, ove vi siano residenze di società, uffici di collocamento ecc. ecc.; di più creare bagni pubblici, lavatori, ricreatori laici, scuole professionali, scuole ad uso Asilo e Giardino, gratuite ed in ogni quartiere della città.
9. Per chiunque di condizione povera, di sesso maschile o femminile, che a giudizio medico le abbisognasse, le cure di bagni marittimi o termali, il Comune dovrà pensare al necessario mantenimento, come oggi si usa per fanciulli scrofolosi.
10. Il Comune dovrà proteggere tutti i vecchi ed impotenti al lavoro, e considerando avere essi pure il diritto di vivere, dovrà riformare gli attuali istituti di beneficenza in modo che chi desidera entrarvi vi trovi adeguata ospitalità, e soprattutto rispetto alla propria libertà e personalità.
11. Il Comune dovrà assumere direttamente il servizio di assicurazione agli incendi, alla grandine, alla vita, ecc. per avere così un nuovo cespite di entrata, senza aggravare direttamente i cittadini con nuove tasse.
12. Il Comune, quale amministratore del patrimonio dell’intera cittadinanza, dovrà ricorrere al voto pubblico ogniqualvolta dovesse mediante spese aggravare notevolmente il bilancio comunale.
13. Il Comune non deve avere preferenze per alcun culto o partito politico. Li rispetta tutti colla libertà, ed anzi, in conformità ala civiltà dei tempi, e della scienza, siano vietate le pubbliche processioni di carattere religioso, e ne siano soppresse le immagini per le vie.
14. Siano stabilite indennità ai consiglieri comunali per le sedute a cui sono presenti.
15. Alle sedute del Consiglio Comunale sia accordata la massima pubblicità.

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