Programma della Lega Socialista Milanese del 1891

A proposito di un programma, firmato La Critica Sociale, su “Critica Sociale”, n. 6, 20 aprile 1891

Categoria: Socialisti

A PROPOSITO D’UN PROGRAMMA
Como avevamo promesso, diamo qua sotto, poi primi, il programma discusso ed approvato nelle adunanze dei 28 febbrajo, 11 e 12 marzo e 1° del correnti aprile, dalla Lega Socialista Milanese; la quale lo riproporrà alla discussione nel prossimo Congresso nazionale dei socialisti italiani, la cui convocazione, com’è noto, doveva avvenire in questo mese e fu dilazionata per dar tempo ad una migliore preparazione nelle singole regioni.
E un documento che – malgrado i difetti, massime di forma, inseparabili da cotesto genere di lavori, risucchiami il complesso e quindi, fino a un certo segno, la transazione reciproca, delle vedute e tendenze d’un partito – non manca per altro, a nostro avviso, di una certa quale importanza. Infatti è la prima volta, crediamo, che il partito socialista italiano, o una parte di esso, tenta di definire in modo largo e completo il suo carattere, le sue aspirazioni, la sua posizione di fronte agli altri partiti, in un documento genuino, non esotico, o non per catechistica enunciazione di postulati sommari, ma succintamente accennando al processo logico e storico, alle cagioni materiali e morali che fanno essere il partito socialista quale realmente asso è e quale non potrebbe non essere. In questi momenti che il socialismo, nella sua espressione più indistinta e più vaga, esercita tanti fascini ed inspira tanti timori, e attorno a cotesta parola, ad arte e spontanea monte, si crea tanta confusione di idee, di persone, di ambizioni, por servirsene agli intenti più opposti, era logico od ero opportuno che un’accolta di socialisti determinati e convinti, qual è la Lega Milanese, desso opera a snebbiare l’orizzonto e ad affermare nettamente, mercé un documento esplicito e collettivo, quale sia il suo concetto specifico di fronte ai vari modi di comprendere, di agitare e di volere risoluta la questiono sociale.
Perocché – ed è questo un altro, e non il minore, dei pregi del programma che pubblichiamo – esso fu veramente il prodotto di un pensiero collettivo. Anche questo, diremo, carattere genetico servirà a differenziarlo da certi patti o programmi più o meno democratici e di ben maggior mole, che usciti, come armate Minerve, dal cervello «l’un Giove», vengono in poche ore. a tamburo battente, letti, approvati, acclamati dal coro dei numi e semidei minori e propalati, indi, alle turbe come il verbo del partito del popolo. Alla Lega Socialista, che si aduna senza chiasso a discussioni amichevoli e pacate, tutte le tendenze del socialismo, teoretico ed operajo. hanno qualche rappresentante, anche quelle che confinano coll’anarchismo; e nelle sue adunanze, prolungatisi fino a notte inoltrata, ogni pensiero, quasi ogni proposizione del programma venite passata al setaccio di una critica minuziosa e severa. Il primo abbozzo, presentato dalla Commissione, fu in molta parte trasformato. Possiamo aggiungere, quali testimoni e partecipi, e ce ne compiaciamo vivamente, che in quel lavoro i lettorati, i frasajuoli, ebbero la peggio. Non si volle nulla dio non fosse al tempo stesso il più possibile preciso e puntuale. Certe questioni brucianti, come quelle della morale, della partecipazione al voto e allo funzioni pubbliche, della conquista del povere politico, suscitarono, e si capisce, vivo discussioni e dissensi. Ma constatiamo che le deliberazioni filiamo tutte prese a grande maggioranza e che per esse non si produssero scissioni in seno della Lega.
Ora questo programma verrà imitato, copiato, riassunto, criticato, combattuto. Chi troverà che esso dice troppo, chi lo accuserà di non dire abbastanza. Certo esso non dirà nulla a coloro che non hanno preparazione, il cui pensiero non è avvezzo a meditare cotesti problemi e che vorranno improvvisarsi socialisti colla sua lettura. Né noi né la Lega conosciamo il modo di creare dei socialisti all’ingrosso, a sistema meccanico. E in esso l’avvenire metterà in luce difetti, imprecisioni, forse incongruenze. che ai compilatori sfuggirono o elio essi non seppero evitare e le correggerà mano mano, a misura del volgere dei tempi e dello sviluppi dei partito. Ma a malgrado, anzi in grazia, di roteare mende, di coteste lacune, esso apparirà, ne abbiam fede, anche fra vari anni quel che a noi pare fin da oggi: un documento caratteristico dell’ora in cui nacque; un documento sincero.

La Critica Sociale.

Lega Socialista Milanese
PROGRAMMA.

Il Socialismo considera la convivenza civile come una serie di rapporti pei quali il godimento delle ricchezza, la coltura, la giustizia e la libertà, elementi costitutivi del sociale benessere, sieno assicurati a tutti gli esseri umani. – Esso constata elio nel periodo della civiltà capitalista, sotto l’impero di interessi privilegiati, tali beni sono negati alla grande maggioranza, e si propone di combattere e demolire quei privilegi, risolvendo cosi, nelle coscienze e noi fatto, la questione sodale.
Il Socialismo moderno trova le sue ragioni di essere nelle condizioni o nello tendenze del momento storico da cui è generato e nel quale si afferma. Esso non parto da astrazioni o speculazioni individuali, né trascura gli dementi concreti dell’evo!azione; ma, osservando come la società intimamente si trasformi e come alle fatali trasformazioni economiche si accompagnino e succedano, rigidamente solidali con esse, adeguate trasformazioni politiche, religiose, familiari, intellettuali e morali, animato da una viva e positiva fede nella progressiva adattabilità dell’organismo sociale a nuove condizioni di vita, senza pretesa di presegnare il tempo, le forme ed i termini di cotesta evoluzione nei suoi più minuti particolari, tende a disvelarne la linea generale e i finì principali ed immancabili e a rendere più celere, più cosciente e più lieto il movimento ascendente della società verso di essi.
Cosi l’ideale economico del Socialismo moderno – che è socializzazione dei beni – trova la sua condizione obiettiva necessaria ed oramai sufficiente nel rivolgimento che subirono negli ultimi secoli il sistema di produzione e il sistema di circolazione delle ricchezze, divenuti, di individuali che erano, eminentemente collettivi. Le scoperto meccaniche, che resero possibili la divisione e la organizzazione del lavoro, caratterizzanti la grande industria, reclutando eserciti sempre più fitti e numerosi di lavoratori assalariati, spossessati d’ogni proprietà, subordinati senza diritti e senza garanzie alla macchina e alla gleba, astretti dalla loro uniforme condizione al l’esercizio di una disciplina e di una solidarietà sconosciute per lo innanzi; separando sempre più il produttore dal proprietario e convertendo in parassitismo puro e semplice quella cooperazione attiva e direttiva che fu già la funzione utile della proprietà individuale; hanno creato la materia prima, materiale e morale, dell’organizzazione industriale collettivistica, alla quale non mancherà in breve che il suggello giuridico di una rivoluzione vittoriosa.
Similmente l’ideale politico del Socialismo che si afferma antipatriottico ed antiautoritario trova anch’esso nella soppressione delle anguste frontiere esistenti in altri tempi, della quale il principio di nazionalità non fu che uno strumento; nella fusione delle razze, nello attenuarsi degli odii religiosi; nella libertà e nella facilità degli scambi; nel crescente senso di autonomia delle popolazioni; nella tendenza al decentramento, all’autogoverno, al suffragio universale, all’abolizione degli eserciti; e via via in tutti i caratteri politici della civiltà industriale sostituentesi alla civiltà militare, i suoi naturali e necessari presupposti.
E così, finalmente, i suoi ideali di famiglia libera, di educazione e di istruzione integrale, di tutela dei deboli, di morale utilitaria ed irreligiosa, non sono che l’ultima efflorescenza ed il logico coronamento di trasformazioni che fatalmente ogni giorno più, astrazion fatta da ogni influsso teorico, modificano intimamente i vecchi istituti sociali. Il dissolversi omai compiuto della famiglia patriarcale, il mitigarsi, nei costumi, se non nella legge, della potestà maritale e paterna, la laicizzazione dei maritaggi, il rapido aumento delle separazioni conjugali, l’istituzione del divorzio, le unioni libere contratte per convinzione e non per incoscienza; l’accesso delle donne a quasi tutte le arti e funzioni sociali; il conseguente trasferirsi della vita quasi interamente fuori dal circuito delle mura domestiche; l’educazione ed istruzione dei fanciulli affidate allo Stato, ai Comuni, localizzate e concentrate in asili, scuole e collegi, lungi dall’azione e financo dalla vigilanza dei genitori; le stesse per quanto imperfette, ma ognor più vaste, organizzazioni di assistenza pubblica che tendono a sempre meglio coordinarsi e modernizzarsi all’infuori d’ogni influenza religiosa; il dilagare del libero pensiero in opposizione al dogma e alle pratiche del culto; sono tutti fatti e conati che, aggiungendo filo a filo, preparano l’orditura della nuova società socialista, generando insensibilmente sentimenti e costumi ad essa rispondenti.
La Lega Socialista Milanese, accetta e propugna i principi fondamentali del Socialismo moderno e li formola nei seguenti paragrafi:

§ 1. Economia.

Il sistema economico della proprietà individuale del capitale, per mezzo dei moderni sistemi di produzione, divide sempre più la società umana in due classi, aventi interessi opposti fra di loro : i capitalisti, proprietari della ricchezza sociale, quindi di ogni mezzo di dominio e di sfruttamento; e i salariati, produttori di quella ricchezza, condannati senza speranza alle fatiche ed agli stenti. Sulla base del monopolio proprietario, l’arbitrio delle speculazioni individuali, il disordine della produzione che si ammanta del nome di libera concorrenza, generano fatalmente nella società un’incessante vicenda di attriti, di pericoli e di crisi, infeste alla pubblica pace, e un immenso sperpero di forze utili, per turbando ed impacciando lo sviluppo armonico del civile consorzio.
L’economia socialista si propone principalmente di sostituire a tale sistema quello della proprietà collettiva delle ricchezze naturali e degli strumenti del lavoro, colla produzione organizzata sulla base dell’interesse generale ed esercitata da tutti gli uomini lavoratori, associati secondo le tendenze e le capacità naturali, emancipati dalla servitù del salario e godenti l’integrale equivalente dei frutti del loro lavoro; per riescire infine a quel sistema di società ancor più perfezionato, in cui tutti gli uomini produrranno secondo le loro facoltà e consumeranno secondo i loro bisogni.
A tal uopo, mentre è necessario che la propaganda teorica dimostri il processo storico e la fatalità di questa trasformazione, è indispensabile che la popolazione salariata si organizzi come una forza speciale, interessata alla demolizione del privilegio proprietario, e sostenga una lotta costante contro la classe capitalista allo scopo di raggiungere la propria emancipazione.
Di cotesta organizzazione e di cotesta lotta sono momenti necessari tutti quei moti, anche parziali, coi quali la classe lavoratrice strappa concessioni sempre maggiori alla tirannia del capitale. Colle associazioni di resistenza limitando gli orari del lavoro, rialzando i salari, opponendosi alla prepotenza dei regolamenti e al l’arbitrio padronale, facendo atto di soccorso di solidarietà verso i compagni vittime di singolari soprusi o di crisi industriali, vigilando con propri delegati alla salubrità e sicurezza dei luoghi e dei metodi di lavoro e prendendo parte ad arbitrati che decidano
equamente le contese accidentali fra imprenditori e mano d’opera, il quarto Stato conquista a grado a grado la dignità e la libertà del lavoro, eleva il proprio tenore di vita materiale e morale, compie la propria educazione di classe e prepara in sè le attitudini convenienti ai suoi futuri destini.
In cotesta lotta e in cotesta organizzazione il Socialismo ha le sue manifestazioni più vive più importanti; perciò il partito socialista ha per essenza e periscopo principale di essere l’interprete fedele e la cosciente avanguardia di cotesto movimento del proleta riato militante, secondandone in ogni modo gli sforzi
ed agevolandogli la battaglia contro ogni forma di dominazione borghese, indipendentemente da qualunque altro partito.

§ 2. Politica.

Le forme politiche non sono che un’emanazione e un corollario delle forme dei rapporti economici e si trasmutano a seconda del mutabile predominio delle varie
classi, le quali se ne fanno strumento di conservazione e di difesa. Così, come alla economia feudale corrispondeva l’autocrazia, all’economia capitalista borghese corrispondono, nei vari gradi del suo sviluppo, le varie forme di Stato liberale, dalla monarchia costituzionale più o men sincera alle repubbliche le più radicali.
Lo Stato attuale, difensore e complice naturale dei privilegi delle dominanti borghesie, dalle quali riceve essenzialmente l’essere e l’impronta, diventa quindi inevitabilmente il nemico delle classi diseredate, a cui contende la libertà, la giustizia e l’istruzione e delle quali si fa il persecutore ogni volta che esse tentano di emanciparsi.
Pei loro scopi di lotta e di predominio industriale,
commerciale e politico, le borghesie delle varie nazionalità, colle illusioni della prosperità e della gloria nazionale, mantengono per mezzo dello Stato un parassitismo militare e burocratico dannoso al generale benessere, compiono imprese inutili o funeste alla vita popolare, dividono i popoli in genti rivali fra di loro e in continua contesa aperta o latente e consumano le forze utili della vita sociale in misure di difesa, che diventano al tempo stesso argomenti formidabili di dominio e di repressione.
La politica socialista si propone di sostituire al potere e alla organizzazione dello Stato attuale le relazioni amministrative degli interessi delle varie popolazioni organizzate sulla base della produzione, dello scambio e del consumo e federate o consorziate a seconda dei loro bisogni.
A tal uopo è oggi necessario combattere il principio di autorità dello Stato in tutte le sue forme, la menzogna della rappresentanza generale, l’inganno del potere delegato per virtù di suffragi, la cui libertà, nelle attuali diseguaglianze economiche, è un’illusione e il cui risultato è un’abdicazione; e infine il culto della tradizione patriottica e nazionale, che mette lo spirito pubblico al servizio della borghesia, interessata ad impedire che il sentimento dell’internazionalismo distrugga quelle frontiere per le quali l’industrialismo può sfruttare i popoli colle leggi doganali e il potere politico si assicura i mezzi della sua dominazione.
Ed è pur necessario che il proletariato si organizzi e si addestri come partito distinto, anche per impadronirsi delle forze del potere politico e giovarsene per l’abolizione dello Stato borghese e per la soppressione delle differenze e degli antagonismi di classe.

§ 3. Famiglia.

Il sistema attualo di famiglia, colla più o meno assoluta indissolubilità dello nozze, collo finzioni giuridiche elio no costituiscono l’essenza, coi privilegi autocratici del padre ili famiglia sulla persona e sulle cose dell’altro conjuge, non riesce che ad assicurare all’uomo un diritto di dominio in confronto della donna, a garantire vie meglio la conservazione del principio individualo della proprietà, a creare presunzioni di paternità spesso artificiose; o, mentre non garantisco alla prole i diritti elementari di una educazione civile e il rispetto delle vocazioni, tende a perpetuare in essa lo tendenze pretto o antisociali di cui cotesta forma di famiglia è il prodotto e l’espressione; né salva i vecchi, gli invalidi, gli infermi dalla necessità del ricovero, dagli stenti e dalle umiliazioni.
Il matrimonio diventa una combinazione d’interessi più che una combinazione d’affetti e quindi una forma consacrata di prostituzione; e crea una catena assurda ed iniqua che solo la violenza può spezzare e l’ipocrisia o la frode deludere, con manifesto detrimento del carattere in un sesso e nell’altro, condannando all’onta e al disonore l’amore non legalizzato o la maternità non approvata dulia legge.
Il Socialismo si propone di sostituire a cotesto sistema di famiglia la unione libera fra i due sessi, elevati coll’emancipazione economica ad una perfetta eguaglianza di diritti e di poteri, e perpetuamente elettiva, onde tutti conservino la libera disposizione di sé e dei propri affetti, nell’interesse della felicità individuale, dell’armonia sodalo e dei progressivo perfezionamento della specie.
L’allevamento della prole clic, sotto il dominio capitalistico, costituisce por la madre un onero superiore alle sue forze o la ragiono prima della servitù della donna, nella civiltà socialista ha invece per corrispettivo il diritto ad una larga assistenza sociale, la quale verrà puro assicurata, col pieno rispetto dello loro personalità, agli invalidi ed agli sventurati.
Onde conseguire più presto cotesti intenti il partito socialista proclama l’autonomia e l’uguaglianza in diritto dei duo sessi, tanto sul terreno economico (a lavoro uguale, uguale mercede) quanto sul terreno dei diritti civili e politici (ammissione illimitata della donna all’amministrazione dei propri beni, al voto, alle funzioni professionali e politiche, ecc.)

§ 4. Istruzione ed educazione.

Attualmente le forme od i principi dell’istruzione e dell’educazione sono ispirati essi pure dagli interessi della classe dominante che, nello Stato, nei Comuni, nell’ambiente religioso, né dirige l’insegnamento allo scopo di creare o modellare una popolazione di sudditi, privi di iniziativa e di dignità morale e fornita di quelle doti soltanto clic la fanno suscettibile di uno sfruttamento più intenso da parte di coloro, che mercé le ricchezze si procurano le forze e le compiacenze del sapere e mercé il sapere si assicurano viemmeglio il monopolio delle ricchezze.
Il Socialismo vuole che l’istruzione o l’educazione, questi beni fondamentali della vita, siano integrali per tutti e non limitate o deviate da interessi di casta e di dominazione; che siano ispirate unicamente dalla scienza e tendenti a svolgere in tutti le attitudini a quell’armonico alternarsi di lavori e di esercizi fisici ed intellettuali che, mentre è un postulato dell’igiene e una condizione del perfezionamento degli individui o della specie umana, sarà altresì, nella società avvenire il naturale portato della abolizione delle differenze e dei domini artificiali ili classe. Onde ciascuno possa manifestare le sue attività, secondo le proprie vocazioni e pel miglior interesse del civile consorzio; e non si veda, cenno sposso avviene oggidì, condannato senza tregua, dal cosidetto capriccio della sorte, ai più servili lavori, chi potrebbe aspirare, con utile suo e generale, a quelle funzioni più elevate che restano invece l’appannaggio esclusivo dei privilegiati anche i meno idonei ad esercitarle.
Al più rapido conseguimento di questi scopi, oltre l’azione sul terreno economico, che sola conquisterà ai diseredati il tempo e i mezzi di coltivare le proprie facoltà e di sottrarre lo tenero esistenze al precoce ed eccessivo sfruttamento cui lo sottomette, profittando della povertà dei parenti, la tirannide del capitalo privato, il partito socialista potrà favorire quegli istituti o quei provvedimenti che agevolino seriamente il generalizzarsi di una sana istruzione e di un’educazione civile; l’istruzione obbligatoria, laica e razionale, assicurata con tutti i mezzi opportuni e proseguita per tutta l’adolescenza; il miglioramento delle condizioni e l’autonomia dei maestri, primi artefici dell’Azione morale del popolo; lo scuole d’arti e mestieri o professionali operaie, ccc., ecc.

§ 5. Religione e morale.

Le religioni al giorno d’oggi, come fonti di filosofia e di morale, sono detronizzate dalla scienza positiva. I,a borghesia, per la sua rivoluzione, combatté come atea, ed è tale anche adesso; ma essa conservò delle religioni quello parti che le servono di pretesto e di sanzione alla dominazione ed al parassitismo.
Il Socialismo vuole abolite le religioni come istituzioni parassitiche e come strumenti di dominazione, dannosi all’armonia di una libera e illuminata convivenza. E, pur considerando come questione d’ordine privato la credenza in un principio sovrannaturato e riconoscendo la libertà di coscienza più incondizionata, proclama la scienza positiva unico strumento pel conseguimento del vero.
Alla morale religiosa della rassegnazione, alla morale metafisica del libero arbitrio, alla monile borghese della lotta di tutti contro tutti e del diritto del più forte, elio, in una civiltà dove gli artificialmente armati cozzano contro gli inermi, conduco spesso al trionfo dei meno capaci e dei meno onesti e alla conseguente degenerazione della specie, il Socialismo contrappone la morale naturalistica o sociale, basata sulla utilità di tutti gli uomini e sull’armonizzamento dei loro interessi consociati, affinché il bene scaturisca spontaneo, senza bisogno di imposizioni dogmatiche o di sacrifici individuali, dal reciproci servizi o dalla naturale socievolezza di uomini, restituiti in condizioni socialmente eguali di lotta per Va vita, e che pertanto non han più ragiono di corrompere il proprio carattere col servilismo, coll’ipocrisia, coll’insidia o colla violenza.

§ 6. Metodo.

Il Socialismo scientifico non crede ad un rinnovamento miracoloso dell’organismo sociale per effetto di decreti dall’alto o di sommosso dal basso. Esso giudica oziosa e lascia impregiudicata la questiono so il conseguimento dei grandi fini dell’evoluzione economica e politica renderà necessario, come avvenne sin qui nella storia, il cozzo violento e sanguinoso degli interessi colluttanti e delle classi che li rappresentano. Poi Socialismo scientifico la rivoluzione sociale non si consuma in una determinata ora del tempo,ma riempio di sé tutta un’epoca, e attrae a sé tutte le attività dell’evoluzione, rispecchiandosi nei fotti e nel pensiero e giovandosi anche delle forze più ostili, che diventano a loro volta site ajutatrici. Ma la rivoluzione non può compiersi se il nuovo principio che la anima non ha investito e penetrato di sé tutti gli organi e gli strati più vitali della vecchia compagine, cosicché il nuovo organismo trovi già nell’ambiente tutte lo forzo, tutti gli elementi che sono necessari a mantenergli la vita.
Perciò l’azione dei socialisti, pur avendo per precipuo scopo l’organizzazione del proletariato per le sue rivendicazioni economiche, non dee trascurare di mescolarsi a tutte quante le manifestazioni della vita pubblica, non escluse le agitazioni elettorali o l’accesso alle pubbliche funzioni, portandovi la sua protesta e la sua critica o gettandovi i semi dello nuove idee. E parimenti, nella vita privata, debbono i socialisti predicare colla virtù dell’esempio; istituendo quella maggior possibile coerenza, che consentono le necessità della vita nell’ambiente capitalistico, fra i principi professati e la condotta concreta quotidiana; specialmente in quelle regioni dei rapporti morali fra gli uomini e della vita familiare, nelle quali meno tirannica è l’influenza dell’attuale ambiento economico.
Ma i socialisti al tempo stesso non possono allontanarsi dal loro programma di aziono per tener dietro ai provvedimenti, alle leggine, ai ritocchi, alle questioni minuscole con cui gli altri partiti divergono l’attenzione e le forze del popolo dal grande scopo della sua emancipazione. – L’azione pel conseguimento di un regimo politicamente più libero e più sinceramente popolare, la propaganda per la pace e il disarmo, l’imposta progressiva, le modificazioni del sistema tributario, il lavoro allo imprese cooperative, lo casse pensioni e le assicurazioni pei logorati dal lavoro, il mutuo soccorso o lo forme più o meno razionali di beneficenza – questi od altrettanti capisaldi della propaganda semplicemente liberale e riformista concorrono bensì indurii amento allo sviluppo del Socialismo e danno campo alla propaganda socialista di utilmente esercitarsi e venire a contatto col pubblico, ma non entrano come elementi essenziali del suo programma; né i socialisti possono secondare l’illusione elio cotesti ed altro simili riformo, lasciando immutata la base economica dell’attuale sistema – il monopolio proprietario – bastino a risolvere il problema sociale.
Il Socialismo, quindi, non può unirsi in uno sforzo comune cogli altri partiti, senza diminuire la natura propria e l’effetto della sua azione; i punti e i periodi di contatto che può avere con essi non possono essere elio parziali o transitori.
Il Socialismo, cosi diffuso o preparato nella niente o nelle forze della società, trionferà quel giorno in cui i socialisti, cresciuti di numero o di potenza, rappresenteranno visibilmente, come partito o come individui, la forza morale e materiale prevalente nella compagine dello energie clic imprimono la forma all’organismo della società.

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