Richiesta di aiuto di Papa Pio IX

Richiesta di aiuto inviata da Papa Pio IX contro la Repubblica di Roma

Categoria: Risorgimento

Le cose dello Stato Pontificio sono in preda di un incendio devastatore per opera del partito sovvertitore di ogni sociale costituzione, che sotto speciosi pretesti di nazionalità e d’indipendenza nulla ha trascurato di porre in opera per giungere al colmo delle proprie nequizie.
Il decreto, detto fondamentale, emanato nel 9 corrente dall’assemblea costituente offre un atto che da ogni parte ribocca della più nera fellonia e della più abominevole empietà. Con esso si dichiara principalmente decaduto il papato di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano, si proclama una repubblica e con altro atto si decreta l’abbassamento degli stemmi del Santo Padre.
Sua Santità, nel vedere così vilipesa la suprema sua dignità di Pontefice e di sovrano, protesta in faccia ai potentati tutti, a tutte le nazioni ed a tutti i singoli cattolici del mondo universo contro quest’eccesso d’irreligione, contro sì violento attentato di spoglio degli imprescrittibili e sacrosanti suoi diritti; quindi laddove non occorresse con un pronto riparo, giungerebbe il soccorso allorquando gli Stati della Chiesa, ora intieramente in preda dei suoi acerrimi nemici, fossero ridotti in cenere.
Pertanto, avendo il Santo Padre esauriti tutti i mezzi che erano in suo potere, spinto dal dovere che ha al cospetto di tutto il mondo cattolico di conservare integro il patrimonio della Chiesa e la sovranità che vi è annessa, così indispensabile a mantenere, come Capo Supremo della Chiesa stessa, e mosso altresì dal gemito dei buoni che reclamano un aiuto, non potendo più oltre sopportare un giogo di ferro ed una mano tirannica, si rivolge di nuovo a quelle stesse potenze, e specialmente a quelle cattoliche, che con tanta generosità di animo ed in modo non dubbio hanno manifestato la loro decisa volontà di essere pronte a difendere la sua causa, nella certezza che vorranno con ogni sollecitudine concorrere col loro morale intervento affinché Egli sia restituito alla sua Sede, alla capitale di quei domini che furono appunto costituiti a mantenere la sua piena libertà ed indipendenza, garantita dai trattati che formano la base del diritto pubblico europeo.
E perché l’Austria, la Francia, la Spagna e il Regno delle Due Sicilie si trovano per la loro posizione geografica in situazione di poter sollecitamente accorrere con le loro armi a ristabilire nei domini della Santa Sede l’ordine manomesso da un’orda di settari, così il Santo Padre nel religioso interesse di queste potenze figlie della Chiesa, domanda con piena fiducia il loro intervento armato per liberare principalmente lo Stato della Santa Sede da quella fazione di tristi che con ogni sorta di cellerataggini vi esercita il più atroce dispotismo.
Solo in tal modo potrà essere ripristinato l’ordine negli Stati della Chiesa e restituito il Sommo Pontefice al libero esercizio della suprema sua autorità, siccome lo esigono imperiosamente il sacro ed augusto suo carattere, gl’interessi della Chiesa universale e la pace dei popoli, e così potrà Egli conservare quel patrimonio che ha ricevuto nell’assunzione del pontificato per trasmetterlo integro ai suoi successori.
La causa è dell’ordine e del cattolicesimo. Per la qual cosa il Santo Padre si confida che mentre tutte le potenze con cui si trova in amichevoli relazioni e che in tanti modi nella situazione nella qual è stato gettato da un partito di faziosi gli hanno manifestato il loro più vivo interesse, daranno un’assistenza morale all’intervento armato, che per la gravità delle circostanze ha dovuto invocare; le quattro potenze sopraccennate non indugeranno un momento di prestare l’opera loro richiesta, rendendosi così benemerite dell’ordine pubblico e della Religione.

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