Tesi del Movimento Federalista Europeo

La fondazione del Movimento Federalista Europeo (MFE)

Tesi politiche I.
Il crollo del regime fascista italiano non significa ancora la fine del fascismo. In Italia esso resta ancora celato dietro la monarchia e la dittatura militare; e, soprattutto è ancora in piedi il più minaccioso imperialismo fascista: quello di Hitler. Perciò
primo dovere di tutti gli italiani, nella attuale situazione, è quello di esigere:
a) l’abolizione totale di tutti i residui fascisti comunque mascherati; b) la formazione di un governo costituito da uomini e movimenti che diano una sicura garanzia di voler combattere il fascismo ovunque e comunque si presenti; c) la conclusione immediata della pace con le Nazioni Unite; d) l’attiva cooperazione, con tutti i mezzi di cui il popolo italiano può disporre, alla guerra contro il nazismo fino alla sua totale distruzione; e) la partecipazione volonterosa alla creazione di una pace sana e vitale.

II. Tutte le condizioni necessarie e sufficienti per il maturare di una terza guerra mondiale continuerebbero a sussistere anche dopo aver frustrato il tentativo nazista di instaurare un impero razzista tedesco in Europa, se si ristabilisse un ordine di cose tale che ogni stato conservasse la propria assoluta sovranità. Il diritto di fare la pace e la guerra, il diritto di disporre di eserciti nazionali, il diritto di suddividere il mondo in compartimenti economici chiusi e tendenti sempre a strappare mercati e materie prime dai paesi rivali onde monopolizzarli a proprio esclusivo profitto, il diritto di impedire la libertà di movimento agli uomini proibendo loro di recarsi ove la loro operosità riesca più fruttuosa a loro stessi e alla comunità, il diritto dei singoli paesi di trasformarsi, senza essere disturbati da interventi dal di fuori, in stati dispotici che educhino i loro sudditi all’odio e alla violenza e si preparino a tutte le sopraffazioni; tutti questi poteri di cui dispongono i moderni stati nazionali si convertono in strumenti di rovina, di imbarbarimento, di oppressione.

III. Anche una soluzione sul tipo della Società delle Nazioni o della Confederazione Tedesca del secolo scorso risulterebbe nefasta. Una tale confederazione fra stati, che lasciasse intatta a ciascuno di loro la sua sovranità, che non disponesse, nell’ambito della sua competenza, di forze proprie, ma dipendesse da quelle dei singoli stati, sarebbe uno strumento politico assolutamente incapace di amministrare gli interessi comuni del continente. Una tale organizzazione potrebbe essere solo lo strumento mediante il quale gli stati più potenti farebbero valere la loro egemonia, e sarebbe fomite di nuovi contrasti imperialistici.

IV. Militarismo, dispotismo, guerra possono essere eliminati solamente creando una Federazione Europea alla quale siano trasferiti quei poteri sovrani che concernono gli interessi comuni di tutti gli Europei e che in mano agli stati nazionali sono oggi solo strumenti di rovina. Armamenti, libertà dei traffici internazionali, moneta, delimitazione delle frontiere nazionali, amministrazione dei territori coloniali ancora incapaci di governarsi da sé, intervento contro eventuali tentativi di rinascita di regimi totalitari — in poche parole: l’amministrazione della pace e della libertà su tutto il territorio europeo, deve essere riservata ai poteri esecutivi, legislativi e giudiziari della Federazione Europea. Nell’ambito in cui vige la sovranità federale gli abitanti dei vari stati debbono possedere, oltre che la loro cittadinanza nazionale, anche la cittadinanza europea, cioè debbono avere il diritto di scegliere e controllare i governanti federali ed essere sottoposti direttamente alle leggi federali.

V. Il Movimento Federalista Europeo (MFE) non si presenta come una alternativa alle correnti politiche che desiderano l’indipendenza nazionale, la libertà politica, la giustizia economica.
Ai dirigenti e ai seguaci di questi movimenti, che abbracciano quasi tutto quel che vi è di vivo e di progressivo nella nostra civiltà, esso non dice: l’indipendenza nazionale, la libertà, il socialismo sono ideali che occorre metter da parte per occuparsi solo dell’unità europea. Il MFE è anzi composto esclusivamente di uomini seguaci di queste correnti; ed intende vederne realizzati i fini che sono consoni coi valori supremi della nostra civiltà. Ma mentre patrioti, democratici, socialisti pensano di solito che occorre anzitutto provvedere in ogni singolo paese alla realizzazione di quei fini, e che solo come conseguenza ultima sorgerebbe, quasi spontaneamente, una situazione internazionale in cui i popoli si affratellerebbero, il MFE mette in guardia contro questa illusione. L’ordine di importanza degli obiettivi è
precisamente l’opposto. Indipendenza nazionale, libertà, socialismo saranno cose vitali e benefiche solo se avranno come premessa — e non semplicemente come conseguenza — la federazione, vale a dire un ordinamento politico che garantisca la pace e la giustizia internazionali. Se si riusciranno a creare le strutture fondamentali della Federazione Europea la via sarà spianata per la realizzazione di tutti gli altri fini progressivi della nostra civiltà. Se ci si occuperà solo dei problemi interni — nazionali, politici, sociali — dei singoli paesi, resteranno in piedi le cause di rivalità, di conflitti, di imperialismi, di militarismi, di dispotismi, di guerre. L’indipendenza nazionale tornerebbe a convertirsi in boria nazionalistica bramosa di opprimere le nazioni più deboli, la libertà politica svanirebbe soffocata dal militarismo, le strutture socialiste si tramuterebbero in strumenti atti a tener meglio inquadrato il popolo in vista della guerra totale. L’instaurazione della Federazione Europea è perciò il compito assolutamente preliminare verso cui debbono far convergere tutte le loro energie le correnti progressiste europee. Il MFE si propone di convincerle di tale necessità, e, appoggiando tutti i movimenti di emancipazione nazionale, politica, sociale, mira ad indirizzarli verso questo fine.

VI. Le atrocità di ogni genere prodotte da questa guerra, il pericolo corso di asservimento generale, la dimostrata incapacità di ogni singolo stato di difendere la propria neutralità e indipendenza dalle aggressioni, mostrano a tutti con evidenza palmare che il sistema delle sovranità assolute nazionali va soppresso. Ma poderose forze reazionarie politiche ed economiche sono interessate a conservarlo ancora in vigore per trarne vantaggi loro particolari. Alla fine della guerra, nel breve periodo di acuta crisi nazionale ed internazionale in cui le strutture dei vari stati nazionali giaceranno a pezzi e si reggeranno a malapena in piedi, ed in cui occorrerà provvedere alla instaurazione della pace, questa non dovrà essere lasciata, come accadde nel 1919, in balìa agli intrighi e alle ambizioni delle cancellerie e delle diplomazie, quasi che ai popoli non interessi il modo in cui la pace viene organizzata. Occorrerà invece appoggiare decisamente quel paese o quei paesi che saranno favorevoli alla creazione di organismi federali, e si dovranno mobilitare in ogni paese le forze popolari, perché portino tutto il loro peso nell’imporre la soluzione federalista. La Federazione Europea non potrà superare le grettezze, le tradizioni, gli interessi nazionalistici e realizzarsi che in un tale periodo rivoluzionario e finché sia vivo ancora nella memoria di tutti l’orrore della guerra. Se si lasciasse sfuggire questo momento decisivo, se si lasciassero consolidare di nuovo tradizioni ed interessi nazionali particolaristici, le forze progressiste, quali che possano essere le conquiste ottenute in altri campi, avrebbero tuttavia combattuto inutilmente e perso la loro battaglia. Ben presto, sotto una forma o l’altra, rivedrebbero giganteggiare nuovi fascismi e nazionalsocialismi.
Per questo motivo la mobilitazione di forze politiche che il MFE intende suscitare non è diretta verso uno scopo da realizzare in un lontano tempo a venire, ma mira ad imporre negli imminentissimi momenti critici l’unico rimedio ragionevole contro il bestiale flagello della guerra totale fra nazioni civili, l’unica struttura politica che permetta il libero svolgimento delle singole civiltà nazionali, il fiorire delle libertà politiche, lo sviluppo delle istituzioni socialiste e prepari il terreno alla più lontana instaurazione di una Federazione mondiale di popoli liberi.

Mozione sulle direttive generali.
«Il Movimento federalista, pur lasciando ogni suo membro libero di studiare in modo particolare e preciso i vari problemi politici e sociali che si pongono sul piano europeo, ed anzi, promuovendo tali studi, non deve ancora impegnarsi in formulazioni programmatiche troppo precise riguardo alla futura Federazione Europea e ai singoli problemi ad essa connessi, poiché troppi dati sono ancora fluidi ed incerti sia nel campo nazionale che in quello internazionale. Rimane tuttavia fermo che un atteggiamento federalista esclude qualsiasi forma di totalitarismo ed esclude pure le forme di unità sia egemoniche sia apparentemente federaliste, ma in realtà poste sotto il ferreo controllo di organismi comunque totalitari. Con questa premessa il Movimento federalista si trova d’accordo con tutte le forze e tendenze progressiste che si rivelino favorevoli alla creazione della Federazione Europea, da quelle comuniste a quelle strettamente liberali, e non si pronuncia astrattamente per una federazione in cui sia stabilita a priori la dose di collettivismo e di capitalismo, di democrazia e di autorità in essa ammissibili. Noi siamo infatti convinti che la struttura federalistica costituisce la condizione necessaria per lo sviluppo di una vita politica libera. Solo in funzione di una tale rivoluzione i particolari problemi che si presentano nell’ambito di ciascun paese possono essere risolti in modo da trarre profitto di tutte le forze che concorrono all’affermazione dei valori essenziali della nostra civiltà. Non temiamo questo o quel difetto od eccesso che possano verificarsi in un primo momento. Le differenti valutazioni di questa o di quella forza, di questo o di quello stato essendo oggi del tutto personali, non possono costituire un elemento di differenziazione».

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