Trasformazione dell’Università di Ferrara in Università libera

Trasformazione dell’Università di Ferrara in Università libera

Per approfondire: Cronologia di Ferrara

Relazione del Ministro di pubblica Istruzione
Eccellenza,
La libertà della pubblica istruzione è uno dei conquisti più moderni. Poiché in addietro chi teneva il potere ebbe per consuetudine di prendere in propria e stretta tutela l’esercizio del l’insegnamento, concedendo franca la parola a coloro che professavano le sue opinioni ed ingegnandosi di rendere muta quella degli avversarii.
Né gli stessi Governi liberali seppero vincere di leggieri il pregiudizio concepito contro questo ramo importante del grande albero della libertà, sì che non operassero in contraddizione delle massime professate. Onde, mentre erano date libertà di stampa, libertà d’associazione, istituite le guarentigie dei giurati, proclamato libero l’interesse del capitale, liberi i commerci, si vide poi negarsi con acre ostinatezza la libertà dell’insegnamento. Non mancarono in forma d’argomento gli spauracchi; non si ebbe fede in sé medesimi; sicché da noi parve un ardimento intempestivo la Legge Casati che cominciava nel Regno ad allentare i forti vincoli dai quali la pubblica istruzione fu in Piemonte sino ad ora contenuta. Ma siccome l’E. V. ha fede intera nell’efficacia delle franchigie civili, così non saprebbe peritarsi a procedere con larghezza dove per gli altri si camminò a rilento. Per la qual cosa, esistendo già nelle Provincie dell’Emilia un Ateneo che si mantiene del proprio e per sovvenzioni del Municipio, il Referente vorrebbe che si cogliesse l’opportuna occasione di restituirgli quanto gli compete di diritto, l’arbitrio cioè ai proprii Rettori in uno coi Capi del Corpo municipale di ordinare a talento l’istruzione e nominare i professori, solo lasciando al Governo quell’alta vigilanza che pur sempre come a tutore dell’ordine pubblico gli appartiene. L’Ateneo a cui si accenna è l’Università di Ferrara.
Per acquistar diritto di dettarvi basterebbe, oltre la nomina o l’assenso municipale, che dall’Autorità governativa nulla vi avesse ad eccepire sulla morale del candidato. Chi fece gli studi nella Università libera di Ferrara e ne consegui diplomi in taluna delle Facoltà godrebbe del grado acquistato come se istruito in Ateneo dipendente dallo Stato. Occorrerebbe però che quella Università testificasse con documento al Governo come il laureato prima di ricevere il diploma sostenne le prove di esami generali in tutte quelle parti del sapere, la cui piena cognizione si richiede da una delle Università governative per un grado uguale.
Pare che questa condizione possa offerire bastevole guarentigia che l’esercizio delle nobili professioni non cadrà in mani inabili, mentre, se il Governo per far prova della libertà abbandona agli insegnanti la direzione degli studi, riserba però a sé medesimo una tacita sanzione.
Questo nuovo esperimento per l’Italia non sarà senza frutto: ed il Referente ha ferma fiducia che ne verrà all’E. V. larga compiacenza di averlo tentato; giacché l’emulazione colle altre Università, il giusto orgoglio di primeggiare e l’ambizione nei professanti di parere da più dei confratelli degli altri Atenei, facendo onore alla qualifica di liberi, manterranno in fiore e rende ranno maggiormente profittevole alla gioventù l’Istituto Ferrarese. E qui giova rammemorare che le più antiche e le più celebri Università d’Europa furono libere in origine, e che si mantennero per secoli o colle retribuzioni dei discenti o coi lasciti e donazioni di generosi; e se poscia vennero in basso, fu dopo che i Governi tementi della libera parola ne avocarono a sé l’indirizzo e l’amministrazione, tolsero
loro i beni, vi stipendiarono gl’insegnanti del proprio, è riuscirono con tal mezzo a collocarvi in cattedra uomini sempre devoti al potere, sovente per ignoranza famosi o pronti a mercatare la dottrina a libito del padrone.
Animato da tali considerazioni, il Referente propone all’E. V. il seguente Decreto.

REGNANDO S. M. VITTORIO EMANUELE II IL GOVERNATORE DELLE REGIE PROVINCIE DELL’EMILIA
Sulla proposta del Ministro della pubblica Istruzione, Decreta:


Art. 1. L’Università degli studi in Ferrara è dichiarata Università libera.
Art. 2. Il Comune di Ferrara e i Reggitori dell’Università potranno ordinarvi l’insegnamento nel modo ch’essi giudicheranno migliore. Essi compile ranno gli Statuti dell’Università e li sottoporranno all’approvazione del Governo.
Art. 5. Le nomine dei Professori saranno fatte dal Comune. Queste nomine saranno comunicate al Governo.
Art. 4. I gradi e titoli acquistati nella Università di Ferrara saranno riconosciuti come quelli ottenuti nelle Regie Università dello Stato, purché siano stati conferiti a norma dello Statuto.
Art. 5. Nulla è innovato circa all’amministrazione dello Stabilimento.
Art. 6. Il Ministro della pubblica Istruzione è incaricato della esecuzione del presente Decreto, che sarà pubblicato nelle forme volute dalla Legge.

Dato in Modena, li 14 febbraio 1860.
FARINI
Il Ministro della pubblica Istruzione
A. MONTANARI

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