Elenco di riviste di storia disponibili online.
Archivio per la storia postale
Rivista dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus
Civiltà Bresciana
Fondazione Civiltà Bresciana ONLUS, che da più di trent’anni promuove studi e ricerche di grande rilievo sulla storia di Brescia e del suo territorio, ha riattivato nel 2018, dopo cinque anni, la propria rivista «Civiltà Bresciana», nata nel 1992 su spinta di mons. Antonio Fappani.
La nuova serie della rivista, che ha cadenza semestrale, vuole proporre al pubblico – specializzato e non – approfondimenti aggiornati dal punto di vista storiografico, sempre in riferimento a Brescia e al suo territorio, nonché a personaggi e vicende a essi legati.
Obiettivo di Fondazione Civiltà Bresciana è favorire la pubblicazione di contributi inediti e originali, di grande rigore scientifico e volti a valorizzare soprattutto il lavoro di giovani studiosi, specialisti operanti sul territorio e professionisti di maggior esperienza (insegnanti, dottorandi e dottori di ricerca, assegnisti, borsisti, ricercatori, docenti universitari).
Parlare di Storia
Quaderni Estensi
Rivista di Storia dell’Agricoltura
Innanzitutto quello fondamentale di riunire storici e tecnici in un comune e complementare lavoro. In tal senso il nostro semestrale rimane uno degli strumenti principali in questo intento, offrendo un’occasione concreta di collaborazione fra aree disciplinari che svolgono troppo spesso parallelamente la loro attività.
In secondo luogo una concezione di storia dell’agricoltura ampia: storia agraria, quindi, ma anche storia rurale, storie a confine come la storia dell’alimentazione, del paesaggio, della letteratura agraria, delle tecnologie ecc. Tutto questo in un ampio arco cronologico – dalla Preistoria ai giorni nostri – e geografico – Europa e Mondo Mediterraneo.
Ai contributi scientifici si affiancano rassegne e discussioni per arricchire il contenuto; uno spazio è dedicato alla pubblicazione di fonti e documenti; infine ospita il “Bollettino A.M.I.A.”.
Rivista di storia finanziaria
Il cemento che manterrà insieme i mattoni adatti a costruire i numeri di questa rivista è quello che parte dal liberismo illuminato di Antonio Genovesi e dei suoi seguaci ed arriva ai liberisti di sinistra del nostro secolo, come Antonio De Viti de Marco, Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, ecc.. Rifacendoci a questi studiosi, l’economia finanziaria del mondo, o di una piccola impresa, va tenuta lontana dai concetti astratti, per i quali nutriamo profonda diffidenza, e va agganciata ad una rigida documentazione, sostenuta da una buona dose di dati. Lo stato, con rigide regole, deve vigilare affinchè non si formino monopoli pubblici e privati e la competizione si possa svolgere nel rispetto dei ruoli di ognuno.
La storia del capitalismo finanziario italiano conferma quanto poco ciò, finora, sia avvenuto. Tuttavia, è utile avviare un profondo scavo che miri a ricostruire modalità e motivazioni dei processi storici, nella consapevolezza che l’osservatorio finanziario resti uno dei canali privilegiati per capire. Inoltre è necessario vincere la tentazione di misurare la proficuità di un settore di ricerca come questo dalle dimensioni quantitative, più che dai rilievi qualitativi. In definitiva, la storia dell’economia mondiale è andata progressivamente verso la globalizzazione dei mercati, ragion per cui l’analisi di quanto accaduto è necessaria per comprendere il perchè della strada imboccata. Il rischio di una panfinanza si fa sempre più concreto, ma non da meno l’insieme dei luoghi comuni, che, a partire dalla sterile contrapposizione tra economia reale ed economia di carta, portano i più a non cogliere ancora l’esatta dimensione del problema. L’idea della possibilità di una finanza per lo sviluppo si configura come la sfida del terzo millennio. Alla storia rimane, ancora una volta, il compito di dare un contributo scientifico che trova il suo principale significato nel ripercorrere il nesso tra passato e presente.
Schermi. Storie e culture del cinema e dei media
Una nuova rivista sui media e la cultura italiana è parsa lo strumento più adeguato per dare conto dei risultati di un progetto di ricerca che, per l’ampio tema e le connessioni interdisciplinari, è suscettibile di continui sviluppi. La rivista si propone nei suoi primi anni di vita di capitalizzare l’ampissimo volume di dati raccolti nel quadro della ricerca su cinema e cultura cattolica attraverso una serie di numeri monografici.