Nota piemontese alla S. Sede sulla legge Siccardi

Nota inviata dal sig. marchese Spinola Incaricato di affari di S. M. Sarda presso la santa Sede sotto i 4. di marzo 1850. all’Emo sig. Card. Antonelli pro-Segretario di Stato sulla proposizione della legge Siccardi.

Sottoscritto Incaricato d’Affari di S. M. Sarda presso la S. Sede ha ricevuto l’ordine da Sua Eccellenza il Marchese d’Azeglio, Ministro Segretario di Stato per gli Affari Esteri di fare a Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Antonelli pro-Segretario di Stato di S. S. la seguente comunicazione.
«Le condizioni dello Stato dopo la promulgazione del lo Statuto sforzano il Governo a coordinare le leggi colle nuove istituzioni adottate, massime per quella parte che concerne le varie giurisdizioni.
Essendo ormai state abrogate tutte le giurisdizioni eccezionali, non vi rimane più salvo quella che riflette il Clero il Governo di S. M. ha intavolato fino dall’anno 1846 trattative colla S. Sede all’oggetto di addì venire ad un accordo sopra questo grave soggetto, ma nessun favorevole risultato avrebbero le medesime sin ora prodotto.
Il Governo del Re trovandosi tra l’alternativa o di prendere egli stesso l’iniziativa in questa questione o di lasciarla prendere dalla Camera dei deputati unanimemente risoluta senza distinzione di destra o di sinistra a riformare la nostra legislazione a questo proposito, stimò opportuno di presentare egli medesimo un progetto di legge al Parlamento. Se il Governo. si fosse lasciato dal medesimo prevenire in questa questione, egli avrebbe potuto difficilmente dominarla od acquistarsi quella necessaria preponderanza, come si propone ora di fare, ciò che sarebbe stato contrario agl’interessi del Governo e della Religione stessa che il medesimo è deciso a difendere e proteggere contro ogni ingiusto attacco che potrebbe esserle diretto.
A fronte di questa destinazione niente si oppone a che la S. Sede tratti col Governo di S. M. un’accomodamento; ma le trattative debbono essere aperte a Torino col Governo, e non altrove.
Siccome questa determinazione è richiesta dallo scopo dell’ordine e della giustizia, e nel solo interesse ben inteso della Religione medesima il Mini stero si lusinga che questa circostanza non alteri punto la buona armonia che il Governo desidera mantenere colla S. Sede. E come poi questa decisione è stata dettata dalla pura necessità, ella è per conseguenza immutabile».
Il Sottoscritto nel fare la presente comunicazione per ordine del suo Governo, e nell’unirvi copia del progetto di legge in discorso, prega Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Antonelli di volere accogliere e rassegnare eziandio ai piedi del santo Padre i voti caldi e sinceri, ch’egli forma perché le trattative che spera veder aprire intorno alla presente importantissima pratica possano riuscire a gloria della religione a felicità della sua patria ed a nuovo cemento della necessaria e desiderata armonia della S. Sede con la Sardegna.
E si vale dell’opportunità per rassegnare all’Eminenza Sua Reverendissima gli atti del massimo suo ossequio.

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