Proclama della Giunta nazionale sulla rivolta dei Carabinieri

Proclama della Giunta nazionale sulla rivolta dei Carabinieri

1° aprile 1821.
LA GIUNTA PROVVISORIA
Cittadini!
Pur troppo gli effetti delle discordie intestine che si sono eccitate, e si fomentano tuttodi, si vanno di giorno in giorno manifestando, ed uno tristissimo si ha a deplorare, sotto a nostri occhi accaduto. Benché il Corpo dei Carabinieri reali paresse negli scorsi giorni occupato dell’abituale suo servizio, ciò non pertanto l’essersi i loro Capi posti fuori delle consuete e legali dipendenze dal Ministero degli Interni, sottentrato per questa parte al Ministero di Polizia, e dal Ministero della Guerra; e i loro straordinarii e inesplicabili movimenti, e l’ingrossarsi che fecero nella Capitale con incogniti e misteriosi disegni, avevano già dato del giusti sospetti sulle loro intenzioni.
Si sparse questa mattina la voce che dovevano prossimamente partir, non si sa per dove, che già era preceduto il loro colon nello, e nella giornata essendosi strettamente rinchiusi nel loro quartiere, diedero ancora motivo a fortificare queste ed altre voci sul loro conto. D’altra parte dicevasi che si era pur messa la divisione tra loro e che quindi ne poteva nascer qualche grave disordine nel Corpo e spandersi nella Città. Il Ministro della Guerra pensò che la tranquillità pubblica richiedesse la presenza d’un’altra forza armata, atta a prevenire i turbamenti che si temevano. Quindi si ordinò, per sola precauzione, che due battaglioni della brigata d’Alessandria rimanessero schierati sulla piazza Castello. Già un buon numero di Carabinieri in varii drappelli aveva attraversato le vie della città senza opposizione, ed era uscito fuori dalle sue mura. Verso la notte, non si sa con qual disegno, ma sempre imprudentemente, un certo numero di Carabinieri Reali a cavallo, colla sciabola alla mano, corse a briglia sciolta sopra il quadrato che immoto si stava e tranquillo sulla piazza, formato da soldati d’Alessandria. Quindi un moto di natural difesa in questi. Parti, non si sa d’onde, un primo sparo d’arma a fuoco, che fu da altri susseguito; e di questo sgraziato accidente alcuni rimasero vittima. I rapporti che si hanno portano il numero de morti a tre, tra quali un Carabiniere; oltre ad alcuni feriti, due de’ quali sono della Brigata d’Alessandria.
La Patria geme su questo sangue versato e sulle sue infauste cagioni. La Giunta farà di tutto per impedire che sì funesti eventi si riproducano; ed oltre al procurare, per quanto le sarà possibile, alleviamento e soccorso alle infelici vittime o alle loro famiglie, darà con fermezza que provvedimenti che saranno all’uopo più efficaci. Intanto essa esorta tutti i buoni Concittadini alla concordia, all’unione, alla tranquillità, ed a respingere le fallaci e perfide insinuazioni de’ nemici dell’ordine pubblico.


Dato in Torino il primo d’aprile, l’anno del Signore mille ottocento ventuno.
MARENTINI Presidente

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