Istituzione di Scuole militari

Istituzione di Scuole militari a Venezia

Per approfondire: Cronologia di Venezia

1° agosto 1848.
COMITATO CENTRALE DI GUERRA
presso
Il GOVERNO PROVVISORIO DI VENEZIA
Ordine del Giorno
1. Vengono istituite in Venezia delle pubbliche lezioni di fortificazione campale e permanente, di elementi di artiglieria e di tattica.
2. Queste lezioni sono libere, ed obbligatorie soltanto per tutti i tenenti e capitani delle venete armi che si trovano in Venezia e che non fossero di servizio nella giornata.
3. I professori terranno nota degli ufficiali che interverranno alle lezioni, e questa nota sarà rimessa ogni settimana al Comitato di guerra per averne riguardo nella circostanza delle successive promozioni.
4. Sono nominati professori delle lezioni di fortificazioni e d’artiglieria il capitano del genio signor Gustavo Bucchia;
delle lezioni di tattica il capitano d’infanteria signor Giovanni Battista Erenthaller.
5. Avranno luogo le lezioni tutti i giorni non festivi, dalle ore 1 alle 3 pomeridiane, alternativamente, cioè un giorno quelle di fortificazione ed artiglieria, e nel successivo quelle di tattica d’infanteria, nel locale delle Scuole tecniche a san Provolo, ed avranno principio nel giorno 7 (sette) agosto corrente.
6. In ogni Corpo di qualsiasi arma verrà destinato dal comandante superiore o da quello che ne funge le veci un abile ufficiale, incaricato della giornaliera istruzione teorica e pratica dei sottoufficiali pel servizio di campagna.
7. Gli articoli di guerra saranno letti in tutti i Corpi d’ogni arma ogni domenica, all’appello della mattina.
Soldati e cittadini, accorsi da ogni parte d’Italia al presidio di questa classica laguna, rammentate che nelle guerre il valore individuale suffulto esser deve dalla disciplina e dalla scienza. Insidie e perseveranza abbiamo contro di noi; numerose schiere agguerrite di Alemanni, di Slavi, di Ungheri, di Poloni, compagni a noi finora nel servaggio, compagni sperati nel risorgimento, si congiunsero invece a sostegno di quel Potere ch’essi stessi combattono nei loro paesi; scesero e scendono dall’Alpe, allettati per avventura dall’ubertosità dei nostri campi, dal sorriso del nostro cielo, o perché facile preda ritengono un popolo diviso da inveterate intestine discordie. Noi vinceremo; ma lunga, ostinata esser potrà la lotta. Apprendiamo pertanto ad essere uniti tutti e concordi. Riprendiamo, noi Veneti, gli studi e le pratiche di guerra: rendiamoci pari a quelle itale falangi che da tre mesi rinserrarono e contennero l’inimico in predisposti fortissimi valli e che da cinque o sei giorni si battono e cedono il terreno a palmo a palmo contro la soverchiante potenza del numero, e, sorreggendosi tuttavia, segnalata prova offrono al mondo, all’inimico, stupefatti, di valore e disciplina, pegno a noi d’infallibile, comeché ritardata, vittoria.
Un esercito italiano era pure, non ha molt’anni, valoroso ed ordinato, che seguì nei trionfi per tutta Europa e non disertò nella sventura il suo gran condottiero. . . .
Quell’esercito rimase disciolto . . . . Chi viaddìta in oggi la via per istruirvi ed imitarlo reliquie sono ed ultimi quell’esercito.

Venezia, 1° agosto 1848.
allievi di
CAVEDALIS presidente
ARMANDI Generale – FONTANA
MILANI – MARCELLO

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