Manifesto dei patrioti veneti in esilio del luglio 1859
IN NOME DEI VENETI
INDIRIZZO AI POPOLI ED AI GOVERNI D’EUROPA
I Veneti, che da parole e da fatti solenni tenevano annunziata e già prossima la loro unione con altri popoli della famiglia italiana, e ne avevano dimostrato il desiderio e il diritto con gli esilii di giorno in giorno moltiplicati e con lo spontaneo concorso alla guerra, spontaneo ma insieme obbediente ad inviti autorevoli, i Veneti si vedono a un tratto sul punto di essere divisi fin da quella parte d’Italia a cui la rovina del 1814 li lasciava congiunti.
Potremmo rammentare i titoli antichi: ma basti accennare i sagrifizi recenti nei quali l’amore di patria fu conciliato col rispetto dell’ordine; basti accennare il consentimento di tutta l’Europa, e principi e popoli, e le lodi dappertutto profuse all’impresa di Re Vittorio Emanuele e dell’Imperatore Napoleone III, con sentimento e lodi che legittimavano le speranze e le sancivano col suffragio universale della pubblica coscienza.
I soscriventi si astengono dalla querela che non si addice né al deluso né al previdente: si astengono dal corruccio, che non s’addice a chi ci è sente il privilegio la dignità dell’esilio del proprio dà loro diritto; la facoltà ma poiché il privilegio dell’esilio dà loro la facoltà e impone il debito di parlare per quelli che sono costretti al silenzio, eglino non potrebbero senza colpa dissimulare il loro profondo rammarico, e si fanno interpreti del voto dei loro concittadini non solamente perché ciascun d’essi ha operato ne viene qualche il mandato cosa e sofferto, dalla triste ma perché necessità ad essi e dall’evidenza dei fatti.
I Veneti hanno già dimostrato, più chiaramente che mai, con le resistenze e coi patimenti di oltre dieci anni la loro irrecusabile volontà; e a confermarli in essa sopraggiunsero avvenimenti che alla coscienza de popoli e dei Governi d’Europa spetta ormai giudicare.
Be First to Comment