Proclama del Consiglio di Governo romagnolo

Proclama del Consiglio di Governo

2 agosto 1859.
Popoli delle Romagne,
Il Pro-commissario conte Falicon ci ha trasmesso colla lettera seguente il potere esecutivo:
“Bologna, 1 agosto 1859.
Illustrissimi Signori,
A norma degli ordini ricevuti ed a seconda del Proclama oggi pubblicato dal R. Commissario Straordinario nelle Romagne in nome ed in qualità di rappresentante del Cav. Massimo d’Azeglio, io deggio rassegnare nelle mani di questo Consiglio, componente il Governo delle Romagne, il potere del quale egli Regio Commissario andava rivestito, acciò venga provvisto al reggimento di queste Provincie sinché la Rappresentanza nazionale abbia potuto costituirsi e pronunciare.
In tale stato di cose le SS. LL. Ill. me giudicheranno se non sia intanto il caso di eleggere un Capo del Governo il quale, concentrandone maggiormente il potere, possa imprimergli quella massima energia a imperiosamente richiesta pel più perfetto mantenimento dell’ordine.
Non saprei prendere commiato dalle SS. LL. Ill. me senza caldamente ringraziarle dell’operoso concorso con cui tanto efficacemente mi sorressero nel disimpegno delle mie funzioni pel breve tempo che mene spettò l’incarico, e senza esprimere la mia viva ammirazione pel sommamente decoroso ed esemplare contegno ognora mantenuto da queste nobili popolazioni.
Gradiscano le SS. LL. Ill. me i sensi della mia massima considerazione”.

Pel Regio Commissario straordinario
Il Colonnello FALICON
Ben doloroso è per noi il separarci da un Personaggio che rappresenta si al vivo la lealtà del Re Vittorio Emanuele, il senno e la fermezza del Popolo subalpino. Ma il cavaliere Massimo D’Azeglio nel suo Proclama ne dice le ragioni: e le Romagne, facendo pro dei consigli del loro più vero ed antico amico, ora più che mai debbono mostrare al mondo quella virilità che rende i popoli degni di libere istituzioni.
Noi, assumendo per breve tempo il poderoso incarico, a cui niun probo cittadino può ricusarsi quando la necessità della patria il dimanda, abbiamo subito compreso che due gravissimi doveri c’incombevano.
L’uno di eleggere un Capo del Governo per dare al potere esecutivo quell’unità e speditezza che sono in dispensabili nei momenti difficili come i presenti. E quindi abbiamo eletto ad unanimità il Colonnello Leonetto Cipriani, ben noto per l’energia de’ suoi propositi e per la sua inalterabile devozione alla Causa italiana.
L’altro di convocare prestamente, a somiglianza di Toscana e di Modena, un’Assemblea che sia interprete dei voti del Paese legalmente costituito e nomini stabile Governo che prenda con gli Stati vicini un assetto definitivo per renderci più forti contro la ristaurazione dei Governi passati e fare meglio accolti ed apprezzati i nostri voti davanti al Consesso d’Europa.
Concittadini delle Romagne!
Vi hanno nella storia de’ popoli momenti solenni che decidono dei destini di lunghi e lunghi anni. Ben comprenderete che uno di tai momenti supremi è questo. L’Europa si è persuasa che l’Italia per essere tranquilla e felice ha mestieri di assetto e di istituzioni che rispondano alla civiltà dei tempi, alle esigenze legittime della Nazione.
Quel Grande che s’intitolò primo soldato dell’Indipendenza italiana ci conserva la sua simpatia e c’impromette di adoperarsi con tutti i mezzi a Lui concessi per l’adempimento dei nostri giusti e ragionevoli desiderii.
All’opera adunque con alacrità, concordia e fiducia. Manteniamo l’ordine, organizziamoci, esprimiamo legalmente e difendiamo risoluti i nostri diritti; camminiamo come un Popolo uscito di minorità, che sa trattare e compiere i proprii negozi con senno e con calma. Così trionferemo d’ogni ostacolo ed assicureremo a noi e ai nostri figli la libertà e la indipendenza.

Bologna, il 2 di agosto 1859.
GIOACHINO NAPOLEONE PEPOLI
ANTONIO MONTANARI – IPPOLITO GAMBA
CESARE ALBICINI – FILIPPO MARTINELLI
FERDINANDO PINELLI

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