Proclami di re Carlo Alberto del 7 agosto 1848

Proclami di re Carlo Alberto del 7 agosto 1848

ORDINE DEL GIORNO

Soldati!
Le sorti della guerra ci costringono a ripassare il Ticino. Pur l’ultimo combattimento sotto le mura di Milano onora il vostro coraggio, e se la mancanza di munizioni ci tolse di continuarne la difesa, come era ardente nostro desiderio, anche questa ritirata costò assai cara all’inimico.
Soldati! Sollevate gli animi sconfortati, ordinatevi tosto e fortemente. Io voglio che la disciplina più severa sia mantenuta, e che ogni infrazione di essa sia punita colmassimo rigore: la polizia sia meglio curata, e le proprietà dei cittadini sempre inviolabilmente rispettate. Nei momenti difficili è necessaria più che mai l’unità e la subordinazione.
La causa dell’indipendenza Italiana, che abbiamo preso a sostenere, è nobilissima e santa sovra tutte le altre.
Essa fu il sospiro dei passati secoli, e testé ancora il voto delle popolazioni si pronunziava per noi libero, aperto ed unanime. Passeranno i giorni dell’avversa fortuna, e il diritto trionferà della forza brutale. Che niuno disperi! Che tutti adempiano il proprio dovere!
Dal Quartier generale principale, Vigevano 7 agosto 1848.

Proclama

CARLO ALBERTO
Amatissimi miei Popoli
La sorte della guerra, che da prima perseverante arrise al valor sommo della prode nostra armata, venutaci contraria per la fatalità di molte prepotenti circostanze, ci obbligò ad indietreggiare in faccia al nemico. In questa mossa però ci stava a cuore la bella metropoli della Lombardia, e, persuasi di trovarla provvista abbondantemente, ei disponemmo a volgere ogni nostra cura alla sua difesa.
Tutte le truppe vennero da noi guidate sotto le sue mura, pronte a valorosa resistenza, quando ebbimo ad apprendere che si difettava colà di danaro e di munizioni da bocca e da guerra, mentre le nostre erano state in gran parte consumate nella battaglia datasi ivi subito dopo il nostro arrivo. Concorreva ad aggravare la nostra condizione che il gran parco era stato incamminato verso Piacenza, né potea farsi retrocedere perché erano intercette le vie dal nemico.
Queste circostanze allora ci mostrarono quanto nell’urgenza del bisogno, nell’incalzar del pericolo, fosse necessità suprema il cercar ogni via per salvar Milano e l’armata, e risparmiare un’inutile effusione di sangue; e ciò ottenemmo mediante una Convenzione per cui, evacuandosi da Noi la piazza, ci veniva lasciato libero il passo fino al di qua del Ticino, e restavano per quanto possi bile garantite le sostanze e le vite dei Milanesi.
Eccovi, diletti Popoli, perché l’armata, in cui stanno tutte le vostre affezioni, fa ritorno fra voi. Se un contra rio destino le negò il conseguimento dell’alto scopo di sua generosa missione, riede in ogni modo preclara pel titolo di forte e guerriera che con tante fatiche e contanto eroismo si acquistò pugnando; riede temuta e tale da proteggervi sempre contro ogni attentato nemico.
Accoglietela, partecipando della fama che si ha guadagnata, e rendetele meno penoso il dolore delle sue avversità col fraterno vostro sorriso.
Stanno fra le sue file i Principi miei figli, e vi sto Io, pronti tutti a nuovi sagrifizi, a nuove fatiche, a spendere la vita per la cara terra nativa.


Vigevano, 7 agosto 1848.
CARLO ALBERTO

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