Pronunciamento militare a Carmagnola

Pronunciamento militare in Carmagnola

10 marzo 1821.
DICHIARAZIONE
L’Esercito piemontese non può nelle presenti gravissime circostanze d’Italia e del Piemonte abbandonare il suo Re all’influenza austriaca. Questa influenza impedisce il migliore dei Principi di soddisfare i suoi popoli, che desiderano di vivere sotto al regno delle leggi e di avere i loro diritti e i loro interessi assicurati da una Costituzione liberale; questa influenza funesta rende Vittorio Emanuele spettatore e quasi approvatore della guerra che l’Austria muove a Napoli contro i sacro diritto delle genti e per potere a sua voglia signoreggiare l’Italia e umiliare e spogliare il Piemonte, ch’ella odia perché non l’ha potuto ancora inghiottire.
Noi miriamo a due cose: di porre il Re in istato di seguitare i movimenti del suo cuore veramente italiano, e di mettere il popolo nella onesta libertà di manifestare al Trono i suoi voti come i figli al padre.
Noi ci allontaniamo per un momento dalle leggi ordinarie della subordinazione militare; l’inevitabile necessità della patria vi ci costringe, ad esempio dell’esercito prussiano che salvò l’Alemagna nel 1813, movendo guerra spontanea al suo oppressore: ma noi giuriamo ad un tempo di difendere la persona del Re e la dignità della sua Corona contro ogni sorta di nemici; se pure Vittorio Emanuele può avere altri nemici che quelli d’Italia.


Carmagnola, li 10 marzo 1821.
SANTORRE DI SANTAROSA,
Maggiore di Stato generale
GUGLIELMO DI LISIO,
Comandante due Divisioni Cavalleggieri del Re

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